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Cronaca

Ricerca: il tumore addominale si cura senza aghi e bisturi

Con il progetto 'Futura', finanziato dalla Comunità europea e coordinato dai ricercatori italiani della Scuola Superiore Sant’Anna, nasce la piattaforma innovativa che usa ultrasuoni focalizzati ad alta intensità per uccidere le cellule maligne

Tecnologie robotiche avanzate offrono nuovi strumenti terapeutici per trattare in maniera non invasiva i tumori del rene e del fegato e, più in generale, di quelli a carico degli 'organi mobili', con flessibilità. In sala operatoria è previsto il prossimo arrivo di una piattaforma robotica in grado di eseguire interventi chirurgici che risultano minimamente invasivi per il paziente, mediante ultrasuoni focalizzati ad alta energia. Si tratta del risultato principale che mira a ottenere il progetto 'Futura', acronimo di 'Focused Ultrasound Therapy Using Robotic Approaches', finanziato dalla Comunità europea con circa tre milioni di euro per una durata di tre anni, con il coordinamento dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e sotto la supervisione di Arianna Menciassi, ordinario di Bioingegneria industriale.

Con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa partecipano al consorzio 'Futura' un gruppo di università, centri di ricerca e aziende europee, come l’ateneo inglese di Dundee, dove è attivo il gruppo di Andreas Melzer, coordinatore medico del progetto e riconosciuto a livello internazionale come opinion leader per le tecnologie mediche in radiologia interventistica; S.m. Scienzia Machinale, prima spin off della Scuola Superiore Sant’Anna con sede in provincia di Pisa; Camelot biomedical systems di Genova; la francese Image guided therapy e la ceca Ibbss Engineering spol.

Il progetto, oggi arrivato ai due anni di sviluppo, prevede la realizzazione di una piattaforma robotica altamente flessibile per trattare i tumori addominali attraverso la metodica degli 'ultrasuoni focalizzati ad alta intensità' (Hifu, acronimo di High Intensity Focused Ultrasound), sotto guida ecografica, garantendo un’invasività minima per il paziente e una maggiore sicurezza. La flessibilità e la guida robotica permettono di indirizzare il fascio terapeutico degli ultrasuoni anche su organi interni mobili, altrimenti non raggiungibili con le tecnologie di indirizzamento utilizzate ad oggi.

FUTURA (5)-2Grazie alla focalizzazione e alla alta potenza degli ultrasuoni, la piattaforma sviluppata con il progetto 'Futura' provoca la necrosi del tessuto tumorale, ovvero causa la morte delle cellule che lo compongono. I vantaggi della piattaforma per i medici e, soprattutto, per i pazienti appaiono significativi e in grado di migliorare degenza e convalescenza: la lesione tumorale può essere trattata senza provocare danni collaterali ai tessuti sani, senza inserire aghi o bisturi e senza ricorrere alle tradizionali incisioni chirurgiche. L’idea di affiancare robotica e 'machine learning' (sorta di intelligenza artificiale che garantisce l'apprendimento automatico della procedura) alla terapia tradizionale degli 'ultrasuoni focalizzati ad alta densità' garantisce la flessibilità di intervento, l’ottimizzazione della procedura di termoablazione, cioè di 'distruzione del tumore' mediante l’innalzamento della temperatura, la precisione, l’accuratezza e la riduzione della durata del trattamento.
In attesa che il progetto arrivi a conclusione, si è già dimostrato un significativo interesse della comunità scientifica internazionale verso 'Futura' e verso i suoi primi risultati.

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