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Cronaca

Università, conti salvi: i docenti caricano i prodotti della ricerca

Dopo la proroga concessa dall'Anvur la percentuale di partecipazione dell'Ateno Pisano sale al 95,4%, in linea con quella che è la media nazionale

Alla fine i conti dell'Ateneo sono salvi. Sono infatti scaduti i termini per l’inserimento delle pubblicazioni per la partecipazione alla Valutazione della qualità della ricerca (Vqr) 2011-2014, il sistema di monitoraggio grazie al quale il Miur, a fine anno, assegnerà agli atenei una fetta importante del finanziamento 'incentivante', cioè la quota di fondi statali assegnati in base ai risultati nella ricerca, appunto, e nella didattica.

I dati definitivi portano l'asticella di partecipazione dell'Università di Pisa al 95,4%, in linea con quella che è la media nazionale (95,3%), e soprattutto in linea con quella che è stata la partecipazione dei principali competitor, i quali avevanno aderito al processo con percentuali oscillanti tra il 90 e il 98% (in particolare Firenze al 97,2%). I prof 'ribelli' si sono quindi dovuti 'piegare' con l'Ateneo pisano che è quello la cui percentuale di docenti che ha partecipato alla Vqr è cresciuta maggiormente (+18,3%) rispetto ai dati raccolti a marzo scorso, dopo Roma Uninettuno (+34,1%) e Napoli Parthenope (+18,4%).

Dopo il flop di adesioni registrato a metà marzo, i rettori avevano chiesto e ottenuto dall’Anvur la riapertura della finestra temporale per caricare sul portale digitale i lavori dei professori e procedere ad una valutazione che non fosse influenzata dalla protesta dei docenti. Una mobilitazione portata avanti contro il blocco degli stipendi decretato nell'era Tremonti con la quale i prof chiedevano al Governo il riconoscimento degli scatti di anzianità bloccati dal 2010 e che aveva visto gli insegnanti pisani tra i più battaglieri nel boicottare la Vqr con un tasso di partecipazione del 77,1% (la media nazionale era del 92%). Una situazione che avrebbe probabilmente fatto perdere a Pisa posti nella graduatoria che misura i risultati della ricerca italiana con una conseguente diminuzione dei finanziamenti statali destinati all'Ateneo quantificabili intorno ai 20 milioni di euro per i prossimi 4 anni.

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