rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Vaiolo delle scimmie in Toscana, Menichetti: "Niente panico, situazione sotto controllo"

L'ex direttore dell'Unità di Malattie infettive dell'Aoup fa il punto dopo la conferma del primo caso di infezione nella nostra regione

L'allerta esiste, ma non ci sono motivazioni per lasciarsi prendere dal panico o avere il timore di andare incontro a una nuova emergenza sanitaria. Il vaiolo delle scimmie sta catalizzando l'attenzione dell'opinione pubblica negli ultimi giorni, con una serie di casi confermati un po' in tutta Europa, negli Stati Uniti e da lunedì 23 maggio anche in Toscana. Il primo paziente contagiato dal virus è un uomo residente ad Arezzo: "Questo dato ci dice che il virus sta circolando in tutto il territorio europeo - spiega il professor Francesco Menichetti, ex direttore del reparto di Malattie infettive dell'Aoup - per certi versi è una novità inaspettata, perché il ceppo che per secoli e secoli aveva mietuto molte vittime nella popolazione umana è stato dichiarato definitivamente debellato ed estinto nel 1980".

Alla luce di queste notizie in costante aggiornamento però, secondo l'infettivologo, non ci si deve far prendere dall'ansia. "Anche questo ceppo del virus è conosciuto fin dagli anni '50. Esistono cure specifiche e vaccini testati e sperimentati. Questa tipologia di vaiolo, definita delle scimmie perché studiata per la prima volta sui primati, in realtà viene trasmessa agli uomini dai roditori. I focolai principali nel corso del tempo si sono registrati in Africa occidentale e centrale. La svolta, nei contagi che stiamo vedendo adesso, è che gli infetti non hanno contratto il vaiolo in queste zone endemiche". Il professor Menichetti continua: "Esistono quindi delle catene di trasmissione locali, diffuse un po' in tutta Europa, per le quali saltano fuori dei malati che non sono stati esposti ad animali infetti".

L'ex direttore di Malattie infettive spiega i sintomi della malattia virale e la modalità di trasmissione da essere umano a essere umano: "Il virus ha un periodo di incubazione che varia dai 5 ai 21 giorni. Si manifesta con vescicole cutanee che dal volto si propagano sul resto del corpo, spossatezza, febbre, rigonfiamento dei linfonodi, cefalea. Ha un decorso solitamente benigno che sfocia nella guarigione in un paio di settimane, quando scompaiono del tutto le croste e le vescicole sulla pelle. Si trasmette per contatto diretto con le vescicole e con gli indumenti della persona infetta".

I dati a disposizione al momento rivelano che la malattia si è diffusa "in persone al di sotto dei 50 anni di età. Non è un caso: fanno parte della parte di popolazione che non si è sottoposta alla profilassi vaccinale, conclusa nel 1980 quando il vaiolo venne dichiarato debellato. La presenza delle pustole infette, nei soggetti contagiati, nelle zone genitali lascia pensare che l'infezione sia avvenuta attraverso lo svolgimento di atti sessuali". Ad ogni modo secondo Francesco Menichetti "non ci sono le evidenze scientifiche per pensare di essere davanti a un nuovo rischio pandemico. Questo virus non si trasmette per via aerea come il Coronavirus, e a differenza del Covid non aggredisce le vie respiratorie. Inoltre l'indice di trasmissibilità è molto basso: tendenzialmente una persona infetta può contagiarne solo un'altra, per cui anche la catena può essere tenuta sotto controllo. Infine esistono delle terapie farmacologiche certificate, conosciute e utilizzate da moltissimo tempo, al pari del vaccino che solitamente viene proposto alle persone che sono entrate in contatto con il malato".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vaiolo delle scimmie in Toscana, Menichetti: "Niente panico, situazione sotto controllo"

PisaToday è in caricamento