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Cronaca

Vendita Mattonaia: la Regione conferma la destinazione ad edilizia sociale delle risorse

Appare esclusa la possibilità prevista invece nel bando dell'amministrazione di finanziare altri interventi pubblici con i proventi della vendita. Se così fosse fatto c'è il rischio del blocco dei finanziamenti regionali Erp

I proventi dell'eventuale vendita della Mattonaia devono essere usati per l'edilizia Erp, in quanto fondi Erp sono stati usati per realizzare la struttura. Questo vincolo di finalità è stato confermato dalla risposta del 10 marzo che l'assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli ha datto all'interrogazione del gruppo 'Sì Toscana a Sinistra', presentata a febbraio e preceduta a gennaio dall'interpellanza in Consiglio Comunale a Pisa di 'Una Città in Comune-Rifondazione Comunista'.

L'assessore ricorda che fu di circa 400mila euro il finanziamento stanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti, finalizzato allo scopo della "realizzazione di 9 alloggi da cedere il locazione a canone concordato e l'utilizzo dei proventi dell'alienazione". Specifica quindi che l'immobile "per quanto non integralmente nel patrimonio Erp ed avendo usufruito di finanziamenti pubblici, in caso di alienazione non può che concorrere, con i relativi proventi, allo sviluppo dell'edilizia sociale: l'assessore alla casa del Comune di Pisa ne è ampiamente consapevole ed ha asunti una posizione conseguente".

L'assessore Zambito infatti, il 22 dicembre scorso nella Seconda Commissione Permanente, aveva dichiarato che "l'assessore Serfogli ha ben presente e sa esattamente quanti sono i fondi che sono stati erogati su Erp per la realizzazione della Mattonaia ed in caso di vendita questo soldi saranno compensati. Se non si facesse così la Regione ci metterebbe nella black list e quindi non avremmo più contributi".

Da questa dichiarazione era partita l'interpellanza di Ucic-Prc del 19 gennaio. "Nel caso di vendita-permuta per fare altre opere pubbliche si configurerebbe una distorsione di finanziamenti pubblici - spiega Francesco Auletta della lista - la risposta della Regione smentisce quindi la giunta Filippeschi e l'impianto del bando, che di fatto è illegittimo. Denuciamo da anni questa situazione, questa è solo l'ennesima controprova".

"L'amministrazione - afferma Auletta - dovrebbe intanto chiedere scusa alla città per questo bene lasciato chiuso, che costa comunque decine di migliaia di euro di degrado. Speriamo poi che non si facciano più bandi come questo. La nostra proposta attuale è intanto togliere dal piano delle alienazioni la Mattonaia, per poi trovare insieme alle associazioni metodi di valorizzazione".

"Noi puntiamo all'utilizzazione del bene - dice Virgilio Barachini dell'Unione Inquilini di Pisa - ma se si dovesse vendere sono due le possibilità: una è investire il ricavato nell'affitto di 15 alloggi in via Quarantola, attraverso l'agenzia casa, per 7.700 euro all'anno di costo per ogni abitazione. L'altra, per noi migliore, sarebbe usare quei soldi per comprare direttamente il palazzo. Oggi purtroppo il Comune vende le case popolari per ripararne altre, ma il patrimonio in questa difficile situazione non va dismesso, va aumentato!".

La questione sfratti infatti resta pressante: "Il 16 ed il 22 saranno tocca ad altre due famiglie, fuori dai provvedimenti sospesi. Si è detto di spostarli a Sant'Ermete, ma ci hanno detto che sono alloggi non abitabili, quando c'è comunque gente che ci abita. Dalla Commissione casa riceviamo risposte fuori da ogni logica".

Francesco Biagi, in rappresentanza del Municipio dei Beni Comuni: "L'amministrazione non sa gestire i beni pubblici che ha in mano. Siamo stati indicati come responsabili dei ritardi alla Sesta Porta, poi vediamo i problemi che ha. Per la Mattonaia sono due anni che si è fatto l'esposto alla Corte dei Conti per danno erariale: noi cerchiamo di recuperare i beni abbandonati, qui di chi è la responsabilità?".

"Spero che adesso - conclude Auletta - non si prosegua sulla via della vendita e dell'ulteriore deprezzamento. Si voti nel prossimo Consiglio Comunale del 31 la nostra proposta di delibera. Non hanno voluto chiedere alla Regione spiegazioni, adesso che ci sono non si può far finta di nulla".

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