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Cronaca

Scontri venditori abusivi, Africa Insieme e Rebeldìa: "Da mesi solo retate e sequestri"

Le due associazioni intervengono appoggiando la condizione dei venditori e chiedono la promozione di politiche di inclusione

"Ritorna, come un rosario da recitare quotidianamente nel periodo estivo, la questione della 'sicurezza' e del 'decoro urbano'. I sacerdoti più scrupolosi, in questi giorni di Ferragosto, sono il sindaco, le forze dell’ordine e le organizzazioni dei commercianti. Ad accendere la miccia è stata l’ennesima 'retata' contro i venditori ambulanti del Duomo, che sostano nei pressi di Via Vecchia Barbaricina". Sono le associazioni Africa Insieme e Progetto Rebeldìa, dopo le numerose prese di posizione che si sono succedute, ad intervenire sull'episodio di scontri che si sono registrati lo scorso 11 agosto a due passi dal Duomo. "Com’è noto, nell’ultima azione delle forze dell’ordine si è verificato un inasprimento della violenza: secondo quanto si apprende dalla stampa locale, la Guardia di Finanza ha sollecitato l’intervento dei militari in servizio nell’operazione 'Strade Sicure', allo scopo di sedare la rabbia dei venditori ambulanti - sottolineano Africa Insieme e Rebeldìa - una rabbia che non nasce dal nulla, non è un’espressione di furore cieco. È il risultato di un clima politico, e anche di scelte precise: da mesi l’amministrazione comunale rifiuta ogni dialogo con gli ambulanti senegalesi, e da mesi l’unica politica in materia è quella delle retate e dei sequestri. Non è difficile capire che queste scelte incrementano la tensione, e impediscono di trovare soluzioni positive ai problemi".

"Queste misure repressive rientrano in un contesto più ampio, in un progetto perseguito dal Ministro Minniti - proseguono le associazioni - il quale fin da febbraio, per mezzo del decreto che porta il suo nome, oltre a quello del Ministro Orlando, ha non solo autorizzato, ma anche incoraggiato la 'mano dura' nei confronti di tutte le forme di povertà di strada: senza fissa dimora, venditori ambulanti, persone che chiedono l’elemosina. L’obiettivo dichiarato è quello di rassicurare il cosiddetto cittadino-medio, che a sentire il Ministro invocherebbe 'sicurezza'. In realtà, le retate delle forze dell’ordine hanno ben poco a che fare con la sicurezza: non colpiscono la criminalità, ma la marginalità sociale. Non è una guerra alla delinquenza, ma una guerra contro i poveri".

"Leggiamo nei giornali di questi giorni che il sindaco di Pisa auspica il 'Daspo urbano': gli fanno eco Confcommercio e Confesercenti che invocano i reparti antisommossa. Un vero e proprio 'Al lupo! Al lupo!', condito da appelli ad una legalità falsa e astratta, che deve riguardare sempre e solo i gruppi meno abbienti. Inoltre, sempre sui quotidiani, il sindaco riapre la questione dei cosiddetti “parcheggiatori abusivi” in Piazza Santa Caterina millantando inesistenti 'racket' e criminalità organizzate - affermano ancora da Africa Insieme e Progetto Rebeldìa - non possiamo che ribadire la nostra posizione: se vi sono ipotesi di reato simili, si intervenga contro i responsabili del racket e si proteggano immediatamente le vittime. Ricordiamo che esistono norme precise in materia di tratta degli esseri umani: le vittime di tratta hanno diritto ad un permesso di soggiorno e all’accoglienza in strutture protette. Se davvero parliamo di tratta, questa è la strada da seguire. Questo scenario, però, non è confortato da alcuna indagine, ed è stato più volte smentito dalle stesse autorità locali: riproporlo oggi significa soffiare sul fuoco del delirio sicuritario".

Le due associazioni tornano a difendere i venditori ambulanti del Duomo che "sono, nella stragrande maggioranza dei casi, persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica, e che oggi cercano di sopravvivere vendendo qualche oggetto ai turisti e ai cittadini. Anziché alimentare l’odio contro gli strati più deboli della società, perché non si promuovono politiche sociali di inclusione? Vorremmo chiedere al sindaco, alla Confcommercio e alla Confesercenti: quanti interventi repressivi, quante 'retate' vengono fatte per contrastare il lavoro nero e per tutelare i diritti di chi lavora? La bandiera della legalità, anziché essere sventolata strumentalmente in nome di 'sicurezza' e 'decoro' contro i gruppi sociali meno abbienti, dovrebbe essere usata in nome degli interessi di tutta la collettività. Su questi temi, il Partito Democratico si limita ad assecondare le pulsioni securitarie e populiste: quelle che fanno il gioco della Lega Nord di Salvini e dei 'sindaci sceriffi' in odor di 'tolleranza zero'!".



 

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