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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Violenza sulle donne: ecco i dati rilevati nella provincia di Pisa

In occasione della Giornata Mondiale sulla violenza delle donne, verrà presentato il rapporto relativo alla Toscana. A Pisa 215 denunce in 12 mesi, in maggioranza da parte di giovani (18-39 anni), molestate dal partner o dall'ex

Luci accese sul fenomeno degli abusi contro le donne. E’ quest’anno la Provincia di Pisa il soggetto che ha coordinato, attraverso il proprio Osservatorio Sociale, i lavori per la realizzazione del “Rapporto annuale sulla violenza di genere in Toscana”, giunto nel 2011 alla sua terza edizione. I risultati saranno presentati dopodomani, venerdì 25 novembre, a Livorno, dalle 9 alle 13, nei locali del Museo di Storia del Mediterraneo (via Roma, 234). Per la stessa Provincia di Pisa parteciperanno gli assessori Alessandra Petreri (cui fa capo appunto l’Osservatorio) e Anna Romei (titolare della delega alle pari opportunità), che in vista dell’appuntamento illustrano intanto il quadro riguardante il nostro territorio. “Monitorare il fenomeno è essenziale per capirne i contorni e sviluppare adeguate strategie di lotta”, dicono sottolineando il valore anche simbolico dell’incontro del 25 novembre, ricorrenza della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Quanto alla situazione nella realtà pisana, eccone una sintetica ricostruzione in base ai dati del dossier, relativi a 12 mesi dal 30 giugno 2010 al 30 giugno 2011.

TOTALI. L’elaborazione del rapporto annuale si basa anzitutto sulla conta dei moduli di segnalazione compilati dalle vittime di vessazione. Ebbene, nel corso dell’ultimo anno, sono state registrate 215 schede, raccolte, oltre che dal Pronto Soccorso (per il 4%), da tre associazioni: il 64% dalla Casa della Donna (di Pisa), il 18% da Frida (nuovo centro antiabusi da poco costituito nella Zona del Cuoio); e il 14% da Donne in Movimento (Pisa). Se allarghiamo l’inquadratura agli ultimi 3 anni e mezzo (gennaio 2008-giugno 2011) il totale delle schede ammonta a 879 (raccolte per il 70,3% dalla Casa della Donna, per il 18% da Donne in Movimento e per il resto dagli altri soggetti).

PROFILO. “Assumere un arco temporale più ampio - aggiungono Romei e Petreri - aiuta a definire un profilo più preciso delle vittime”. Quelle emerse in provincia di Pisa hanno un’età prevalente tra i 18 e i 39 anni (segmento anagrafico che assorbe il 50% dei casi), seguita dalla fascia 40 e i 59 (che incide per il 36%). Passando alla nazionalità, si tratta di italiane per il 61%, con le straniere corrispondenti al restante 39%. Di particolare rilievo, per l’interpretazione che ne consegue, le cifre statistica relativa allo stato civile: per il 50% le segnalazioni vengono da persone coniugate, seguite dal 26% delle nubili e dal 20% di separata o divorziate. Una certa eterogeneità si rivela nel profilo di studio: alla pari, con il 33% circa ciascuno, quelli di livello basso (licenza elementare o media) e quelli di livello elevato (diploma o laurea); mentre è pari solo al 5,2% la quota delle “senza titolo scolastico”. Infine la situazione lavorativa: le vittime sono al 40% occupate, di cui la maggioranza (52,1%) appartenente alla fascia delle “operaie, collaboratrici domestiche o badanti” e il 23% all’area delle dirigenti e libere professioniste.

L’AGGRESSORE E I SUOI METODI. Ed ecco l’identikit degli autori delle violenze. Quasi sempre (complessivamente si arriva al 76% dei casi) il responsabile è il partner attuale o l’ex: per questo all’espressione “violenza intrafamiliare” è stata sostituita la dicitura di “interpersonale”. Nei contenuti, la vessazione più denunciata è quella psicologica (435 segnalazioni, pari al 38.5%), a seguire quella fisica (336 donne, il 30% circa), poi quella economica, lo stalking e infine la violenza sessuale.

RICHIESTE E INTERVENTI. Chi si reca al centro di aiuto chiede prima di tutto ascolto (584 casi), informazioni (283) e assistenza legale (276). Quanto agli sviluppi post segnalazione, alla fine ben il 72% delle vittime dichiarate viene presa in carico dall’organizzazione; quelle che rinunciano sono il 14%; mentre le altre sono inviate ad altra struttura.     

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