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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Borgo Stretto

Studenti in visita all'edicola confiscata alle mafie

La rivendita ha chiuso i battenti da circa un anno ma in cantiere c'è un progetto di riutilizzo sociale

Dalle ore 9 alle ore 11 di mercoledì 17 aprile, il centro della città della Torre si riempirà dei volti dei giovani alunni della classe 2^ G delle scuole medie dell’Istituto comprensivo 'R.Fucini' (secondaria succursale) di Pisa che, accompagnati dalla professoressa Ricciardi, insieme ai volontari del gruppo 'scuola & formazione' del Presidio Libera Pisa - intitolato alla memoria del giovane cronista campano vittima della camorra, Giancarlo Siani - andranno a visitare l’Edicola alle porte di Borgo Stretto confiscata alla mafia nel 2013. La visita è stata programmata per sensibilizzare i giovani sulla presenza mafiosa anche in Toscana ed è il coronamento di una serie di incontri fatti nelle scuole proprio sui temi della legalità e della giustizia sociale.

"L’incontro è l’ultimo di un percorso sulla memoria e l’impegno sociale - racconta Marianna Sorelli, responsabile dell’area formativa del presidio di Pisa - per far sì che i ragazzi conoscano le storie delle vittime di mafia e riescano ad interpretare la realtà quotidiana attraverso una rinnovata coscienza critica. Questi incontri sono palestre per i cittadini attivi di domani che saranno chiamati a costruire un mondo migliore".
Durante gli incontri nelle scuole i ragazzi hanno preparato degli elaborati che saranno affissi all’edicola e che vanno dai pensieri scritti ad alcune vittime di mafia a dei veri e propri progetti innovativi sulle opportunità offerte dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Fino a poco più di un anno fa, proprio quel bene nel pieno centro di Pisa rappresentava un’eccellenza essendo l’unica azienda riutilizzata socialmente nella regione. Il progetto 'i Saperi della legalità', promosso da una serie di realtà del territorio, si è arenato circa un anno fa per le note difficoltà del mercato dell’editoria cartacea. Al contempo, il coordinamento provinciale delle associazioni facenti parte della rete di Libera ha già messo in cantiere un nuovo progetto di riutilizzo sociale che passa necessariamente, fanno sapere da Libera, da una interlocuzione e da una apertura collaborativa delle Istituzioni, oltre che da una maggiore sensibilità cittadina al tema dei beni confiscati ed all’opportunità di restituirli alla comunità.
 
 

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