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Artigianato, la crisi è ancora profonda: massima sfiducia tra gli imprenditori

Calano fatturato, occupazione e numero di imprese. Stabile solo il giro d'affari della metalmeccanica. "Per un rilancio significativo del comparto - dice il presidente della Camera di Commercio - servono provvedimenti di respiro nazionale e di sostegno alle famiglie"

Ancora crisi severa quella che interessa l’artigianato pisano secondo i dati di un’indagine realizzata su 426 imprese dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Pisa che non solo traccia il consuntivo 2013 ma presenta le previsioni per l’anno in corso. Con buona parte del fatturato che proviene da un mercato locale ancora asfittico (si va da un minimo del 77% del valore complessivo nel manifatturiero ad un 97% nell’edilizia), si spiegano agevolmente le ragioni di un quadro ancora complicato che soltanto una forte ripresa della domanda interna sarà in grado di sovvertire.

FATTURATO. Nel manifatturiero, con un calo dell’8,2%, la situazione migliora leggermente rispetto al 2012, quando si era registrato un -10,5% ma resta comunque peggiore della media toscana che si assesta al -6,6%. Pessima la situazione negli altri settori con i servizi che perdono il 10,7% e l’edilizia il 9,3%. Unico segno 'più' lo troviamo nella metalmeccanica che, seguendo i buoni risultati segnati dal comparto industriale, registra un +0,1%. Il crollo più consistente del manifatturiero si è comunque prodotto nelle altre manifatture (-13,3%), che comprendono il legno-mobili e altre produzioni tradizionali e che, addirittura, peggiorano il dato del 2012 (-12,7%).

OCCUPAZIONE. Il 2013 registra un calo di addetti molto consistente nell’edilizia (-4,8%) seguito dal manifatturiero (-1,9%) e dai servizi (-0,9%). Nell’ambito delle imprese manifatturiere emerge, evidentissima, la spasmodica ricerca di flessibilità. Sale infatti del 33,8% l’occupazione part-time mentre perdono terreno le posizioni lavorative 'più pregiate' come quelle dipendenti (-2,4%) e, tra queste, quelle a tempo pieno (-5,9%).

INVESTIMENTI E IMPRESE. Nonostante la prolungata crisi di liquidità e le attese poco incoraggianti per il futuro tocca l’11% (il livello più elevato degli ultimi tre anni) la percentuale di imprese manifatturiere e dei servizi pisane che hanno aumentato gli investimenti. Per contro tale percentuale cala nell’edilizia dove dal 7% del 2012 si passa al 6%.
Coerentemente con una situazione economica che stenta a risollevarsi, il numero di imprese registra un’ulteriore flessione: -289 unità in dodici mesi. Il risultato è frutto di andamenti molto negativi nell’edilizia, dove il saldo è di 256 imprese in meno e nel manifatturiero (-39 unità). I servizi rimangono invece sui livelli del 2012.

ASPETTATIVE. Stanti i dati appena presentati, non stupisce il clima di sfiducia che alleggia tra gli artigiani pisani. Il saldo tra la quota percentuale di coloro che prevedono un aumento del fatturato rispetto a quelli che, invece, ne prevedono una contrazione nel corso del 2014 si assesta su valori fortemente negativi: -42 nell’edilizia e -18 nel manifatturiero e -17 nei servizi.

 

“La crisi nella quale si dibattono le imprese artigiane rimane ancora molto intensa - afferma il presidente della Camera di Commercio di Pisa Pierfrancesco Pacini - la Camera di Commercio, anche per il 2014, ha destinato risorse proprie per attività volte a rafforzare il legame tra produzione e territorio incentivando, in presenza di un mercato locale paralizzato, l’accesso ai mercati internazionali. Stesso impegno è stato profuso per agevolare l’accesso al credito, criticità rilevante per le piccole imprese, cercando inoltre di incentivare gli investimenti aziendali. Per un rilancio significativo del comparto, visto il persistere delle difficoltà, servono tuttavia provvedimenti di respiro nazionale e di sostegno alle famiglie per far ripartire la domanda interna: il mercato che genera la quota maggiore di fatturato per le imprese artigiane.”

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