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Balneari, niente aumenti nel 2016: esultano gli stabilimenti pisani

Dopo la decisione comunicata dalla Regione Toscana di non prevedere aumenti, per l'anno prossimo, nei canoni demaniali marittimi, c'è grande soddisfazione tra i titolari degli stabilimenti del litorale che possono dormire sonni più tranquilli

Tirano un sospiro di sollievo i balneari pisani, dopo la decisione della Regione Toscana di rinunciare alla quadruplicazione dell'addizionale regionale sul canone per le concessioni demaniali. Esprime soddisfazione Fabrizio Fontani, presidente di Conflitorale ConfcommercioPisa: “Raramente la politica in tutti questi anni aveva dato risposte così rapide e soddisfacenti alle istanze delle categorie imprenditoriali. Prendiamo atto dell'impegno e dell'efficacia del presidente della Commissione Costiera Toscana Antonio Mazzeo che nei giorni seguenti alla proposta di aumento, si era immediatamente attivato per un confronto con le associazioni di categoria. Un ringraziamento anche al lavoro di pressing dei consiglieri regionali del territorio pisano che si sono adoperati per il raggiungimento di questo obiettivo”.

“Ha vinto la ragionevolezza - spiega Sergio Sighieri del Bagno Tirrenia - questo aumento sarebbe stato insensato e improponibile e avrebbe messo in ginocchio molte imprese balneari, quando sono cinque anni che teniamo bloccati i prezzi al pubblico, a fronte di aumenti continui”.

“La Regione Toscana sarebbe stata l'unica regione in Italia ad approvare un incremento dei canoni così forte - commenta Cristiano Scarpellini, presidente della Rete di Imprese del Litorale Pisano - l'aumento avrebbe messo definitivamente ko l'intero settore, già a rischio per la questione della direttiva Bolkestein, ma con effetti negativi a ricaduta sui clienti, costretti a sostenere tariffe più alte”.

“Il sistema delle imprese balneari è un punto di forza del turismo italiano e toscano - sostiene Federica Grassini, presidente di ConfcommercioPisa - e un simile aumento, se approvato, avrebbe compromesso molte imprese familiari della nostra regione. Bene per questo ripensamento, anche perché la strada maestra per uscire dalla crisi, rilanciare sviluppo e occupazione passa necessariamente da una riduzione generalizzata delle tasse e da una forte razionalizzazione della spesa pubblica improduttiva”.

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