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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Commercio al dettaglio, un mega scivolone: mai così in basso dal 2006

Le vendite al dettaglio registrano il peggior risultato degli ultimi anni segnando il -6,1%. Crescono solo ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+3,4%). E i commercianti vedono sempre più nero

Niente sorrisi per il commercio della provincia di Pisa: mai così male negli ultimi anni. Il terzo trimestre 2012 infatti segna un ulteriore arretramento delle vendite al dettaglio: con un -6,1% tendenziale, le unità commerciali pisane fanno segnare il peggior risultato dal 2006. Tra le diverse tipologie merceologiche, la crisi colpisce non solo la piccola distribuzione e le unità che commercializzano prodotti considerati meno necessari, come i beni per casa gli elettrodomestici e l’abbigliamento, ma anche gli esercizi specializzati nella vendita di prodotti alimentari. Unici segnali positivi provengono dal fronte dell’inflazione che mostra un certo rallentamento rispetto ai trimestri precedenti (+3,1% tendenziale nel terzo trimestre, dopo il +3,4% del secondo), ma anche dalla grande distribuzione che segnala un aumento delle vendite del 3,4%. A rilevarlo è la consueta indagine trimestrale condotta dall’Ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio di Pisa su di un campione rappresentativo di unità commerciali con dipendenti della provincia di Pisa.

DIMENSIONE AZIENDALE. Nel periodo luglio-settembre sono ancora le medie (6-19 addetti) e le piccole strutture commerciali (1-5 addetti) a segnare la più forte contrazione delle vendite al dettaglio rispetto al medesimo periodo del 2011: rispettivamente -8,3% e -6,9%. Le grandi unità (con 20 addetti e oltre) pur continuando a perdere terreno (-2,0% tendenziale), registrano un relativo miglioramento rispetto al dato del secondo trimestre quando fecero segnare un -2,5%.

TIPOLOGIA MERCEOLOGICA. Particolarmente grave la situazione delle aziende specializzate nel commercio di prodotti alimentari che, nel terzo trimestre 2012, segnano un netto ridimensionamento delle vendite (-9,0% tendenziale). Il comparto non alimentare, dal canto suo, fa segnare “solo” un -6,7%. All’interno del non alimentare subiscono veri e propri crolli le vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici (-11,6%) ma anche quelle di abbigliamento e accessori che lasciano sul terreno l’8,6%. I supermercati e grandi magazzini si muovono invece in controtendenza realizzando, nel periodo luglio-settembre 2012, una crescita del 3,4%.

DINAMICA DELLE STRUTTURE DI VENDITA. Il segno di come la situazione si stia deteriorando si legge anche dalla dinamica dei punti vendita. Se fino allo scorso trimestre, grazie alla spinta del commercio ambulante, il settore aveva segnato tassi di crescita anche consistenti, a fine settembre 2012 le unità locali pisane attive nel settore del commercio al dettaglio si attestano a 8.348 unità, pari ad una crescita di appena 16 unità rispetto a fine settembre 2011.

Nonostante tutto è ancora il commercio al dettaglio ambulante (+45 unità, pari ad un +2,1%) a far segnare la crescita più consistente. Diminuiscono invece le unità afferenti al commercio al dettaglio alimentare (-22 unità, -2,2%) ma anche quelle che vendono prodotti per la casa ed elettrodomestici (-25 unità, -2,8%). Oltre agli ambulanti, forniscono un contributo positivo sia gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+6 unità, +7,0%) ma, soprattutto, il commercio al di fuori dei negozi, banchi e mercati (per corrispondenza, via internet, vendita porta a porta, distributori automatici, ecc.) che fa segnare una crescita di 17 unità pari ad un +7,0%.

ASPETTATIVE. Considerando lo stato di crisi in cui versa il mercato interno, le attese imprenditoriali in merito all’evoluzione delle vendite e degli ordinativi relative all’ultimo trimestre del 2012, non possono che essere improntate al pessimismo: precipita infatti a -15 punti percentuali il saldo tra coloro che si attendono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione delle vendite. Il saldo relativo agli ordinativi rivolti ai propri fornitori tocca addirittura i -23 punti percentuali.

IL COMMENTO. “Le difficoltà che le famiglie si trovano ad affrontare sul versante del lavoro, dei redditi e della pressione fiscale - afferma il Presidente della Camera di Commercio Pierfrancesco Pacini - ridimensionano in modo consistente la loro capacità di spesa, mettendo a dura prova la sopravvivenza di moltissime attività commerciali. Conscia delle difficoltà ad intervenire su un fronte così vasto, la Camera di Commercio continua a lavorare assieme alle Associazioni e alle altre istituzioni per cercare di stimolare i consumi attraverso iniziative dirette ad animare i Centri commerciali naturali e a vivacizzare il territorio. All’interno di queste iniziative - conclude Pacini - si inserisce la realizzazione della ludoteca al piano terreno della sede camerale: un luogo nel quale chi vorrà far shopping in centro potrà lasciare in tutta serenità i propri bambini”.

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