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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Commercio: aria di (leggera) ripresa, ma che tonfo l'abbigliamento

Secondo l'indagine della Camera di Commercio, relativa al terzo trimestre del 2013, in miglioramento la situazione della grande distribuzione, male invece il comparto non alimentare, complice la crisi economica nel paese

Fa ancora fatica il settore della distribuzione: lo conferma l’indagine sull’andamento del commercio al dettaglio pisano nel penultimo trimestre dell’anno, che ha registrato un calo del -4,9%, meno deciso di quanto rilevato a livello nazionale, -5,6%, ma tuttavia ancora preoccupante.

Queste, in estrema sintesi, le indicazioni contenute nella nota sulla congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio, consuntivo III trimestre 2013 - aspettative IV trimestre 2013, elaborata dall’Ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio di Pisa su di un campione rappresentativo di unità commerciali con dipendenti della provincia.

DIMENSIONE AZIENDALE. Le vendite analizzate dal punto di vista della tipologia distributiva registrano, come per tutto il 2013, contrazioni inversamente proporzionali al crescere della dimensione del punto vendita. Quelle maggiormente in sofferenza infatti sono le piccole unità da 1 a 5 dipendenti, che segnano una diminuzione delle vendite pari a -6,4%, mentre le medie strutture, da 6 a 19 addetti, riescono a bloccare la negatività a -4,7%. Migliora invece la propria performance, dopo ben nove trimestri di difficoltà, la grande distribuzione (unità con 20 addetti e oltre) che porta l’ago della bilancia quasi al pareggio (-0,4%).

TIPOLOGIA MERCEOLOGICA. Tra i diversi settori di attività, chi prova a risollevare le sorti del commercio al dettaglio segnando un +1,9%, sono gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini in grado di attivare strategie promozionali e politiche di prezzo tendenti al mantenimento di quote di mercato. Anche gli esercizi specializzati in generi alimentari, pur rimanendo in terreno negativo (-6,6%), migliorano il risultato rispetto al trimestre precedente, contribuendo al rallentamento della caduta. Le ridotte capacità di spesa delle famiglie influenzano invece in maniera inesorabile il comparto non alimentare che, con un -5,4%, prosegue il trend discendente. In particolare il settore abbigliamento e accessori si conferma il peggior settore all’interno del comparto non alimentare con un calo del (-6,3%). Lo stesso vale sia per le vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici, che segnano una flessione del -5,4%, sia per gli altri prodotti non alimentari (un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano) che calano del -5,1%.

DINAMICA DELLE STRUTTURE DI VENDITA. Il dato più preoccupante di questo trimestre è quello della contrazione dei punti vendita (-4,5% in un anno) frutto non solo della caduta degli operatori ambulanti, ma anche di quelli dell’abbigliamento e dei rivenditori di prodotti per la casa ed elettrodomestici. A segnare la caduta più consistente è dunque il non alimentare: le unità locali pisane attive nel commercio al dettaglio calano infatti di 374 unità rispetto al 2012 scendendo, a fine settembre 2013, sotto quota 8mila (7.974). All’interno di questo comparto spicca la caduta degli ambulanti (-9,1%, -204 aziende) e l’abbigliamento e accessori (-4,9%, -57 unità). Diminuiscono inoltre le unità che commercializzano prodotti per la casa ed elettrodomestici (-4,7%, -41 negozi). Migliore invece, ma pur sempre negativo, risulta l’andamento dei negozi del comparto alimentare (-1,2%, -18 unità).

ASPETTATIVE. Le attese degli operatori in merito all’evoluzione delle vendite e degli ordinativi rivolti ai propri fornitori per l’ultimo quarto del 2013, quello in cui sono comprese le festività natalizie, continuano a segnalare un diffuso senso di pessimismo. Rimane tuttavia stabile, rispetto al terzo trimestre, il saldo tra coloro che si aspettano un aumento delle vendite e quelli che, invece, temono una loro diminuzione: -18 punti percentuali. Anche riguardo agli ordinativi verso i fornitori i commercianti pisani prevedono un lieve peggioramento rispetto al trimestre precedente, con un saldo di -25 punti percentuali.


“Il commercio pisano continua a pagare a caro prezzo la crisi economica perdendo in un anno ben 374 negozi - afferma il presidente della Camera di Commercio di Pisa Pierfrancesco Pacini - se la grande distribuzione resiste alle avversità, in alcuni casi riuscendo pure ad incrementare i fatturati, la situazione appare molto difficile per i piccoli esercizi, che si trovano non solo ad affrontare la crisi, ma anche la concorrenza dei grandi centri commerciali, in grado di offrire prezzi più competitivi e un assortimento di prodotti impensabile per un negozio di quartiere. A sostegno dei piccoli commercianti e a vivacizzare i centri commerciali naturali sono state messe in campo varie iniziative che hanno visto la concreta partecipazione della Camera di Commercio di Pisa - conclude Pacini - tra queste mi preme segnalare la Notte Bianca in Blu di Pisa e la Notte Blu di Tirrenia, la Notte Bianca ed il Mercato Europeo di Pontedera e la Notte Nera di San Miniato".

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