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Consumi, che tonfo! Crisi nei piccoli negozi, restano a galla i supermarket

Ancora crisi nera per quanto riguarda i consumi in provincia di Pisa, dove si registra un brusco calo delle vendite al dettaglio (-5,9%). Continua il calo nell'abbigliamento, migliora la situazione per i prodotti per la casa e gli elettrodomestici

E' un quadro a tinte fosche quello che emerge dai dati dell’indagine sul commercio al dettaglio della provincia di Pisa e relativo al secondo trimestre 2013. Pur con una inflazione (+1,1%) che risulta essere solo un terzo rispetto al 2012, il binomio 'alta disoccupazione' – 'elevata tassazione' intacca la ricchezza e la fiducia delle famiglie riducendo fortemente la loro capacità di spesa. Il frutto avvelenato di questa situazione è un nuovo brusco calo delle vendite al dettaglio pisane (-5,9%), che non solo coinvolge tutte le tipologie distributive e dimensionali ma pone la provincia in posizione peggiore rispetto alla Toscana (-4,8%). Queste, in estrema sintesi, le indicazioni contenute nella nota sulla congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio, consuntivo II trimestre 2013 - aspettative III trimestre 2013, elaborata dall’Ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio di Pisa su di un campione rappresentativo di unità commerciali con dipendenti della provincia.

DIMENSIONE AZIENDALE

Le vendite del periodo aprile-giugno 2013, analizzate dal punto di vista della tipologia distributiva, segnalano le difficoltà affrontate dalle medie strutture (che con un -7,1% rappresentano il gruppo più in difficoltà del trimestre) e dal commercio di vicinato (1 a 5 dipendenti): in questo ultimo caso il calo delle vendite è stato del 6,5%. La grande distribuzione (unità commerciali con 20 addetti e oltre), dopo il tonfo registrato ad inizio 2013 (-5,3%), migliora la propria performance andando comunque a perdere, nel secondo trimestre 2013, il 2,6% del proprio giro d’affari rispetto al 2012.

TIPOLOGIA MERCEOLOGICA

Tra i diversi settori di attività, le ridotte capacità di spesa delle famiglie influenzano in modo particolarmente negativo gli esercizi specializzati nella vendita di generi alimentari (-10,2%). Migliori, rispetto alle altre categorie, le vendite degli esercizi specializzati nel non alimentare (-5,4%) mentre le unità despecializzate (ipermercati, supermercati e grandi magazzini), in grado di attivare strategie promozionali e politiche di prezzo tendenti al mantenimento di quote di mercato, fanno segnare 'solo' un -0,5%. Nel comparto non alimentare, prosegue il trend discendente dei prodotti di abbigliamento e accessori (-7,7%), mentre le vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici, dopo una serie di contrazioni intorno alle due cifre, segnalano una flessione di solo il 4,9 per cento. Migliore risultato tra le diverse categorie, se così si può dire, è quello degli altri prodotti non alimentari (-4,8%) un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano.

DINAMICA DELLE STRUTTURE DI VENDITA

Segno di come la situazione sia diventata estremamente negativa è la dinamica dei punti vendita (-1,8%). Le unità locali pisane attive nel commercio al dettaglio calano infatti di 151 unità, a fine giugno di quest’anno, quota 8.182. A far segnare la caduta più consistente, come accade da tempo, è il non alimentare (-1,9%, -119 unità) al cui interno spicca la caduta degli ambulanti (-3,0%, -68 aziende). Sempre nel non alimentare, diminuiscono le unità del comparto abbigliamento e accessori (-4,9%, -57 unità) ma anche di quelle che commercializzano prodotti per la casa ed elettrodomestici (-3,9%, -34 negozi). L’unico settore che continua a crescere, nel non-alimentare, è il commercio al di fuori dei negozi, banchi e mercati (+7,5%, pari a 20 unità aggiuntive), comparto all’interno del quale troviamo le vendite per corrispondenza, via internet, porta a porta, distributori automatici, ecc..

ASPETTATIVE

Le attese degli operatori in merito all’evoluzione delle vendite e degli ordinativi rivolti ai propri fornitori per il terzo trimestre 2013 continuano a segnalare un diffuso senso di pessimismo. Peggiora, infatti, il saldo tra coloro che si aspettano un aumento delle vendite e quelli che, invece, si aspettano una loro diminuzione: -18 punti percentuali. Le attese in merito agli ordinativi rivolti ai propri fornitori, pur stazionarie rispetto al trimestre precedente, registrano un saldo di -24 punti percentuali.

“L’ulteriore calo delle vendite al dettaglio e dei punti vendita registrato in provincia di Pisa - afferma il presidente della Camera di Commercio Pierfrancesco Pacini - conferma lo stato di crisi profonda che le nostre imprese stanno attraversando. Pur importanti, le azioni di sostegno messe in campo dalla Camera di Commercio, quali i contributi alle iniziative che valorizzano l’immagine turistico-commerciale del territorio e le agevolazioni per l’accesso al credito, non sono sufficienti a dare respiro ad un comparto da troppo tempo messo sotto pressione. A mio avviso - conclude Pacini - è più che mai necessario che le scelte di politica economica siano orientate a ridurre il peso della tassazione sulle imprese e sui lavoratori appesantendo le buste paga dei lavoratori al fine di realizzare la crescita dei consumi necessaria alla sopravvivenza del settore commerciale”. 

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