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Coronavirus ed edilizia, Cna: "Tenere aperti i cantieri, in sicurezza, è la priorità"

L'associazione di artigiani chiede misure di sostegno e denuncia: "Con il blocco del fatturato i tempi di sopravvivenza degli 'anelli deboli' non andrebbero oltre un paio di mensilità"

"La situazione è difficile, il quadro normativo incerto, le regole spesso contradditorie e cresce anche l’allarme fra i nostri addetti, ma noi e le nostre imprese siamo impegnati a garantire la continuazione delle produzioni a sostegno dell’economia del Paese" E' questo è il messaggio di Luca Benedettini, presidente Cna Pisa Costruzioni, che insiste: "In questo momento bisogna restare uniti nella certezza assoluta che 'ce la faremo!'. Ancora una volta invito tutti ad essere moderati e disponibili, a mediare nell’interesse collettivo, consapevoli che le nostre imprese hanno esigenze e problematiche molto diverse fra loro. A mio avviso abbiamo il compito di appoggiare il protocollo siglato il 14 marzo da Governo e parti sociali, dando forza all’azione politica di Cna, ma sottolineando la diversità del nostro mondo, quello dell’artigianato e della piccola impresa, che niente ha a che fare con le esigenze dei colossi del settore. Il nostro sforzo è quello di fornire ai nostri associati non solo le giuste informazioni e suggerimenti su cosa e come attuare le procedure per mettere in sicurezza azienda e lavoratori, ma anche come ottenere eventuali compensazioni per i maggiori oneri sulla sicurezza derivanti dall’applicazione di queste procedure e le opportune salvaguardie sulle procedure burocratiche per gli inevitabili rallentamenti produttivi".

L'appello Cna è volto a mantenere in vita le aziende: "Fermare la produzione significherebbe decretare la fine definitiva della filiera che, non va dimenticato, non è ancora uscita dalla crisi 'finanziaria' del 2008, con 120mila aziende chiuse, 600mila posti persi, fatturati crollati e bilanci peggiorati. Fermare l’edilizia delle micro e piccole imprese in questa fase equivarrebbe a mettere sul lastrico gli anelli 'deboli' della catena: chi pagherà subappaltatori e cottimisti, fornitori di materiali, chi potrà far fronte agli impegni fiscali e contributivi 'solo' spostati al 31 maggio? Con il blocco del fatturato i tempi di sopravvivenza non andrebbero oltre un paio di mensilità, poi si rischia il disastro non solo economico ma soprattutto sociale".

In questa fase transitoria "occorre resistere, andare avanti anche a regime ridotto, ma proseguire, ove possibile, nel rispetto dei principi previsti per il bene del Paese. Tenere aperti i cantieri, in sicurezza, oggi è la priorità: difficile ma possibile. Ci aspettiamo, quale indispensabile supporto immediato, iniezioni di liquidità aggiuntiva 'vera', creata con interventi ad hoc per questa fase eccezionale, sulla scorta di quanto stanno già facendo altri paesi dell’Unione".

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