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Credito per le piccole e medie imprese, Confcommercio: "Ci aspettiamo un 2014 diverso"

L'associazione di categoria traccia un bilancio della situazione dell'anno appena terminato. Nel 2013 si è registrata una contrazione dei prestiti bancari concessi al sistema produttivo: a farne le spese le piccole imprese

"Tutti gli indicatori dimostrano che anche nel corso del 2013 si è registrata una ulteriore contrazione del credito al sistema produttivo e alle imprese provinciale. Le imprese denunciano una aumentata richiesta di garanzie da parte delle banche, l'aumento dei tassi di interesse e dei costi per commissioni. E' soprattutto la mancanza di liquidità che spinge le imprese locali a ricorrere a crediti di breve termine, proprio per sopperire ad esigenze urgenti. Contestualmente si riduce la quota di imprese che vogliono investire a breve e medio termine". E' il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli a tracciare un bilancio dell'anno che si è appena concluso per quanto riguarda l'imprenditoria pisana e le difficoltà di accedere al credito.

"Bastano questi elementi a far capire che senza una decisa e significativa inversione di rotta, si rischia di condannare a morte certa altre migliaia di imprese - evidenzia Pieragnoli - credito a singhiozzo, condizioni peggiorate, investimenti azzerati, falcidiati i prestiti alle famiglie, siamo convinti che questa non sia la strada per uscire dalla crisi, far riprendere i consumi, creare nuove opportunità di lavoro. Come associazione, grazie al Centro Fidi Terziario, solo nel 2013 abbiamo contro-garantito prestiti per oltre 40 milioni di euro e contestualmente, a livello provinciale, sono aumentate del 5% le imprese che hanno utilizzato un Confidi. Per il nuovo anno - aggiunge ancora il direttore dell'associazione di categoria - ci aspettiamo un impegno maggiore da parte delle istituzioni, mentre gli istituti bancari debbono dimostrare una maggiore elasticità nella concessione dei finanziamenti e più attenzione alle peculiarità del tessuto imprenditoriale locale".

CREDITO PROVINCIA DI PISA. Secondo gli ultimi dati ufficiali di Banca d'Italia, a Pisa è proseguita nel 2013 la contrazione dei prestiti bancari concessi al sistema produttivo (-0,4% su base annua, -0,5% a dicembre 2012). Ad essere colpite sono soprattutto le piccole imprese, i cui prestiti risultavano in contrazione del 2,3%, contro una media regionale ancora peggiore (-2,8%).

DIFFICOLTA' DI ACCESSO AL CREDITO. Il 50% delle Pmi provinciali hanno dichiarato difficoltà di accesso al credito. Il 90% di loro ha dichiarato la richiesta da parte delle banche di maggiori garanzie, l'88% l'aumento dei tassi di interesse, il 64% l'allungamento dei tempi di analisi delle pratiche, il 74% minori concessioni di credito/scoperto, il 55% spese e commissioni bancarie. I motivi del ricorso all'indebitamento: sono la gestione dell'attività corrente per il 76% delle Pmi provinciali, la ristrutturazione aziendale per il 36%, ristrutturazione del debito per il 16%, gli investimenti per il 26%.

FABBISOGNI FINANZIARI DELLE IMPRESE PISANE. Poco più di quattro aziende su dieci (il 43%) si dicono in grado di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, ulteriori tre (29%) di esserlo ma talvolta con affanno. Non vi riescono dunque quasi tre imprese su dieci (28%). Le difficoltà risultano legate soprattutto a fattori di instabilità quali l'insufficienza del fatturato ma anche l'irregolarità o il ritardo delle entrate. Se per correre ai ripari si utilizza per lo più la leva dello scoperto bancario, non può non preoccupare il fatto che nella metà dei casi le difficoltà vengano scaricate su altre imprese (ritardando il pagamento dei fornitori) innescando così un preoccupante circolo vizioso.

FLESSIONE DELLA DOMANDA A LIVELLO LOCALE. Contrazione dell'attività, affievolirsi degli investimenti, minore capacità di rimborsare i debiti, associata per molti alla difficoltà di esigere i crediti, l'aumento dei fallimenti, la chiusura di molte attività sono tutti fattori che hanno concorso ad una flessione della domanda del credito in provincia di Pisa. Per l'immediato futuro solo il 12% delle imprese si dice intenzionato a richiedere credito. Più che la quota limitata è però la motivazione della richiesta che preoccupa: si tratta infatti di denaro che sarà utilizzato per la gestione corrente (nell’84% dei casi) mentre solo il 28% nel 2013 (era il 38% nel 2012) lo utilizzerà per nuovi investimenti.

STRUTTURA DEL SISTEMA BANCARIO PROVINCIALE. A Pisa, più che in regione o in Italia, la raccolta, con riferimento ai soli depositi, è garantita dalle banche Piccole o Minori, come non poteva essere altrimenti in considerazione della loro maggiore diffusione relativa. La diffusione di operatori bancari a Pisa è la più elevata in Toscana (68,9 sportelli ogni 100 mila abitanti), seconda solo a Siena.

LA RACCOLTA BANCARIA. In provincia di Pisa, il volume della raccolta resta leggermente sottodimensionato rispetto a quello della regione. Nel dato provvisorio di giugno 2013 esso corrisponde infatti a 24.900 euro per abitante contro i 26.400 euro della media regionale, una differenza dovuta soprattutto alla componente delle imprese, meno capaci, in un periodo di crisi, ad accantonare risorse in depositi e obbligazioni.

LE IMPRESE DEL SISTEMA PROVINCIALE E LE PREVISIONI DI AFFARI. La quota % di imprese con fatturato in aumento nel 2013 è del 2% a Pisa e provincia, 3% in Toscana. Nel 2010 le previsioni per le Pmi erano del 24% a Pisa e del 15% in Toscana. Solo il 3% delle imprese pisane dichiara investimenti effettuati o in corso nel 2013. Nel 2010 erano il 12%. L'indicatore del giro d'affari previsto nel 2013, in confronto al 2012, evidenzia come il 45% delle imprese che operano nel mercato interno dichiara una diminuzione, contro il 19% di quelle che esportano all'estero.

QUALITA' DEL CREDITO. La qualità del credito, migliore rispetto alla media regionale, è comunque compromessa dall'aumento dei prestiti deteriorati per effetto della prolungata recessione. A metà 2013, il flusso dei nuovi prestiti in sofferenza in rapporto all'ammontare complessivo dei prestiti, ha raggiunto il 4,5%, comunque un punto al di sotto rispetto allo stesso dato regionale (5,7%).

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