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Economia: cala il credito alle piccole imprese e all’artigianato

Segno positivo solo per le imprese più strutturate. Pisa si conferma piazza attraente ma sono molte le noti dolente di una situazione che inevitabilmente risente della crisi economica. Ecco i dettagli

Ci sono più ombre che luci nel quadro sul sistema creditizio pisano che ci consegna l’indagine svolta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa su dati della Banca d’Italia relativi al 2013. Intensità e persistenza della crisi non potevano che condizionare negativamente i dati, sia per lo stato in cui versano le imprese e le famiglie e anche per il processo stesso di riorganizzazione che sta attraversando tutto il sistema bancario. Eppure qualche flebile luce si riesce a percepire, almeno per le imprese più strutturate, soprattutto nel settore manifatturiero.

LA PRESENZA SUL TERRITORIO. Nonostante la riorganizzazione generale con i ridimensionamenti consistenti degli sportelli bancari nel 2013 a livello regionale (-4,6%) e a livello nazionale (-3,4%) la situazione di Pisa, pur presentando anch’essa un saldo negativo (-2,8%), continua a mostrare vivacità presentando un incremento medio annuo, tra il 2001 e il 2013, pari a + 1,6 %: il secondo più elevato delle provincie Toscane. Attrattività della piazza pisana confermata anche dalla capillarità della presenza bancaria, ben 63,2 filiali ogni centomila tra imprese e residenti: uno dei valori più elevati a livello regionale.

DEPOSITI. Dati poco incoraggianti emergono, invece, nell’ambito dei depositi bancari detenuti da famiglie e imprese. Con un incremento del 3,1% si è registrato un rallentamento rispetto al 2012 che, invece, aveva visto crescere i depositi del 6%. Il dato può spiegarsi per la differenza degli andamenti nelle famiglie consumatrici, i cui depositi sono cresciuti del 4,5% e quelli nelle imprese, calati nello stesso periodo del 3,3%. Incertezza del quadro economico e conseguente ridimensionamento dei settori produttivi fanno inoltre preferire gli impieghi 'liquidi' (più conti correnti e maggiori giacenze sugli stessi) a danno delle immobilizzazioni in titoli obbligazionari bancari.

CREDITO CONCESSO. Il solo dato positivo riguarda il credito concesso alle imprese pisane che, contrattosi dello 0,5% nel 2012, è tornato a crescere nel 2013 (+1,3%). Tuttavia, un’analisi più attenta dei numeri, mitiga fortemente gli entusiasmi.
Flette e con maggiore intensità, infatti, il credito alle piccole imprese (-2,7%) e al settore artigiano (-3,3%) mentre cresce il credito alle imprese più strutturate (+2,5%). Con riferimento alle diverse tipologie di attività, si è rilevata una cospicua contrazione dei prestiti per le imprese maggiormente operanti sul mercato interno (costruzioni -1,8% / servizi -1,0%), afflitti dalla debolezza dei consumi, mentre solo il manifatturiero è tornato al segno positivo con un +3,8%.

SOFFERENZE. Preoccupante, infine, il dato relativo al flusso delle nuove sofferenze per i prestiti bancari che nel 2013 è raddoppiato rispetto al 2012 raggiungendo il 6,8% dei prestiti in essere. Gli affidati che sono entrati in questa condizione sono arrivati a quota 7400: erano poco più di 5000 a fine 2009.

“La Camera di Commercio da sempre dà al credito aiuti molto significativi e con i tagli previsti dal Governo a partire dal 2015 non saranno piu possibili, con un forte contraccolpo negativo per le imprese - afferma il presidente della Camera di Commercio di Pisa Pierfrancesco Pacini - per fortuna Pisa si conferma piazza attraente per le banche e si distingue anche per vivacità e concorrenzialità del complesso degli istituti attivi sul suo territorio. Tra i dati relativi al mercato creditizio, suscita viva preoccupazione quello delle nuove sofferenze che, con un 6,8%, risultano praticamente raddoppiate rispetto al 2012. E’ il segno tangibile di una crisi che non allenta la pressione, causando contrazioni di attività e minori flussi di cassa che per alcuni settori sono diventati insostenibili. In questo preciso ambito nel 2014, così come nel 2013, la Camera di Commercio ha messo a disposizione 700mila euro per i Consorzi fidi e 50 mila per il microcredito: misure di cui, lo scorso anno, hanno usufruito oltre 300 imprese del territorio".

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