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Economia

A dicembre cresce la domanda di lavoro in provincia di Pisa

Rispetto al dicembre 2019 si registra un +10%: cala la domanda per i servizi, mentre cresce il manifatturiero. Boom per l’edilizia

Il 2021 chiude con una domanda di lavoro in crescita nella provincia di Pisa. I dati del Sistema informativo Excelsior, indagine realizzata da Unioncamere in collaborazione con ANPAL ed elaborati dalla Camera di Commercio di Pisa segnalano infatti una crescita della domanda di lavoro delle imprese pisane con dipendenti del settore industriale e dei servizi del 10% tra il dicembre 2019 (anno prepandemico) ed il dicembre 2021. Il dato relativo all’ultimo mese del 2021, rispetto al 2019, si conferma inferiore al dato della Toscana (+14%) e al complesso del Paese (+18%). Passando ai valori assoluti, a dicembre le imprese pisane prevedono di assumere 1.770 persone pari ad un incremento di 160 unità rispetto al dicembre 2019 e di 770 rispetto al dicembre 2020 quando, però, eravamo nel bel mezzo della pandemia.

Le imprese che prevedono assunzioni nell’ultimo mese del 2021 saranno pari al 10% del totale e si conferma il gap domanda-offerta di lavoro in provincia: il 38% delle assunzioni previste saranno difficili da fare per la difficoltà delle imprese nel reperire i profili desiderati. Il punto di vista del Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini: "Si conferma nell’ultimo mese del 2021 la tendenza a crescere della domanda di lavoro espressa dalle aziende pisane, ma il dato non entusiasma e resta al di sotto di quello regionale e nazionale. Continuano a perdere terreno il turismo e il commercio, due comparti rilevanti del sistema economico provinciale sui quali torna evidentemente ad incidere negativamente il clima di incertezza derivante dagli sviluppi a livello internazionale della pandemia. Cresce invece la domanda di lavoratori nel manifatturiero. Si ripresenta, infine, come a livello nazionale, lo scarto tra domanda e offerta di lavoro. Un quadro controverso - prosegue Tamburini - che presuppone un impegno su più fronti, dal sostegno finanziario per la ripartenza a quello per l’internazionalizzazione delle imprese, dal marketing territoriale alla formazione professionale e all’orientamento scolastico. Un lavoro che la Camera di Commercio di Pisa ha svolto in questo anno e che rinnova nelle intenzioni per il prossimo".

Sostanziamente costante il rapporto tra le varie tipologie di contratti di assunzione: nel 67% dei casi, la domanda di lavoro è trainata dai contratti a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita) mentre per il restante 33% le assunzioni saranno di tipo stabile, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Le assunzioni si concentreranno per il 54% nel settore dei servizi e per il 74% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Per una quota pari al 24% dei contratti il lavoro sarà offerto a personale under 30 e per il 75% delle entrate continua ad essere richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Si confermano le dinamiche dei mesi precedenti: continua a crescere la domanda nel manifatturiero e nelle costruzioni mentre frenano i servizi con riferimento ai settori, i servizi, pur continuando ad essere il comparto che pesa di più in termini di assunzioni, confermano il rallentamento in atto dallo scorso novembre.

La crescita più consistente della domanda di lavoratori che si registra in provincia di Pisa nel mese di dicembre 2021 viene soprattutto da quello dell’industria, con 580 unità in aumento rispetto allo stesso mese del 2019 pari, in percentuale, ad un +40%. Cresce il manifatturiero (+160 ingressi, pari ad un +34%) e si protraggono gli effetti dei bonus per il settore edile che, con 70 unità in più, fa registrare a dicembre 2021 un +64% rispetto allo stesso mese del 2019. Si rinnova, invece, la tendenza negativa per i servizi che fanno registrare a dicembre 2021 una diminuzione di 90 unità rispetto al pari mese del 2019 e dunque un calo percentuale dell’8%. In questo settore crescono in modo sensibile i servizi alle imprese (+29%), restano perfettamente stabili quelli rivolti alle persone mentre continuano a frenare decisamente il commercio (-29%) e il turismo (-25%).

Considerando i macro-gruppi professionali, la crescita più consistente si conferma tra le professioni non qualificate (+43% tra dicembre 2021 e lo stesso mese del 2019). Seguono, in termini percentuali, gli operai specializzati (+28%). Flessione invece della domanda di impiegati e professioni del terziario (-4%) e di professioni con elevata specializzazione (-8%). Le assunzioni di difficile reperimento a dicembre 2021 si assestano al 38% delle figuere ricercate: un valore tutto sommato in linea con quello registrato a dicembre 2019 (37%). Tra le professioni ad elevata specializzazione sono difficili da reperire gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche ed i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell'istruzione (difficili da trovare, rispettivamente, nel 50% e nel 41% dei casi). Tra le professioni dei servizi, continuano a palesarsi le maggiori difficoltà di reperimento di cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (il 39% dei 200 posti offerti) e degli operatori dell'assistenza sociale (il 72% dei 40 posti disponibili). Gli operai specializzati più difficili da trovare sono quelli dell’edilizia e della manutenzione degli edifici (62% dei casi) e delle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (36% dei casi). Resta complessa la situazione dei conduttori di mezzi di trasporto: il 48% è di difficile reperimento. A dicembre 2021, le posizioni offerte ai laureati rappresentano il 13% di quelle complessivamente offerte e il dato è lievemente inferire a quello dello stesso mese del 2019 (15%). In calo la quota di personale in possesso di diploma (32% contro il 37% del 2019). Stabile la quota di ingressi di personale con qualifica o diploma professionale (il 21% contro il 22% del 2019). Considerando i titoli di studio chiesti ai neo-assunti, a dicembre la quota più consistente continua ad essere appannaggio del personale con la sola scuola dell’obbligo che peraltro cresce: 33% contro il 26% di due anni fa.

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