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Economia: doccia fredda per l’export pisano

Le esportazioni sono calate di un quinto nei primi 6 mesi del 2020. Cuoio, due-tre ruote, meccanica e calzature i settori più colpiti. Boom per la farmaceutica, bene gli strumenti di misurazione

La dinamica dell’export pisano nel primo semestre 2020 è condizionata dagli effetti economici dell’emergenza Covid-19, soprattutto nel mese di aprile. Malgrado la ripresa nei due mesi successivi, la contrazione dell’export rimane molto ampia. La dinamica negativa della domanda internazionale si traduce, nel primo semestre 2020, in una netta flessione dell’export misurato da Istat per Italia (-15,3%), Toscana (-15,4%) e Pisa dove, addirittura, le vendite all’estero arretrano del 20,4%.

Il risultato della Toscana, negativo ma leggermente migliore rispetto alla provincia di Pisa, è riconducibile ad alcune evoluzioni estremamente favorevoli registrate dalla provincia di Arezzo, dove pesa l’exploit della vendita di lingotti d’oro aretini (bene rifugio durante i momenti di crisi) ma anche quello di Siena dove cresce molto il farmaceutico. Il -20,4% messo a segno da Pisa nel primo semestre 2020, si inserisce comunque all’interno di risultati non proprio lusinghieri realizzati negli ultimi 'primi semestri'. Salvo la farmaceutica e gli strumenti e apparecchi di misurazione, tutti i principali comparti contribuiscono alla pesante flessione delle esportazioni pisane.

Crollano i settori chiave dell’economia pisana, raddoppia l’export di farmaci

L’emergenza sanitaria colpisce duramente i principali settori esportatori della provincia di Pisa. Primo fra tutti il cuoio che perde il 31,9% spiegando ben -6,71 punti sui -20,39 della caduta complessiva dell’export pisano. Il cuoio pisano perde molto sui più rilevanti mercati di riferimento come Francia (-44,2%), Hong-Kong (-49,2%), Spagna (-33,9%) ma anche in Cina (-51,2%). Perdono quota anche le vendite dirette in Germania (-32,5%) e Vietnam (-20%). In controtendenza, tra i paesi più rilevanti, la crescita segnata dal cuoio in Corea del Sud (+46,4%). Male anche le calzature che con un -36,4% pesano per -2,12 sulla dinamica complessiva dell’export provinciale. Ridotte di un terzo le vendite negli Stati Uniti, del 64,8% quelle dirette in Svizzera e del 59,8% quelle nel Regno Unito.

Pesante anche la flessione dell’export pisano di cicli e motocicli: si tratta di un -17,1% che pesa per ben 3,74 punti percentuali sulle vendite estere pisane. Nonostante questa dinamica le due-tre ruote continuano a rimanere il principale settore di esportazione della provincia. Il risultato complessivo è tuttavia frutto di dinamiche contrastanti a livello geografico con le flessioni registrate in Europa (Spagna -36,3%, Francia -13,6%, Regno Unito -40,9%, Svizzera -39,8%) che superano i buoni risultati segnati in Asia (Vietnam +43,4%, Cina +84,4%, India +120,1%). Flessione del 20% dell’export pisano di prodotti afferenti alla chimica di base (coloranti, gas industriali, gomma e plastiche) e del 18,2% per gli altri prodotti chimici (tra i quali sono compresi i materiali utilizzati nel finissaggio di tessuti e cuoio).

Brusca flessione per la meccanica pisana (-21,2% rispetto al medesimo periodo del 2019, - 3,95 il contributo alla crescita). Considerando i paesi di destinazione delle vendite, si segnala la battuta d’arresto in tutti i principali mercati: Regno Unito, Ungheria, Spagna, Germania, Egitto, Cina, Francia, Stati Uniti. La meccanica pisana cresce invece nella Repubblica unita di Tanzania (che entra nella top ten dei mercati di sbocco del settore), seguita dalla Corea del Sud, dall’Arabia Saudita, dalla Russia e dalla Turchia. Tra le branche della meccanica solo una lieve flessione, grazie all’ottimo risultato registrato in Tanzania, è registrata dalle altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche per l’industria, -3,0%). Battuta d’arresto per (-25,6%, -3,40 punti di contributo alla crescita) per le macchine di impiego generale (motori e turbine, apparecchiature fluidodinamiche, pompe, compressori, valvole, ecc.) per le altre macchine per impieghi generali (forni, macchine per il sollevamento, utensili portatili a motore, refrigeratori non domestici, ecc.) che mettono a segno un -10,1% (- 0,20 il contributo alla crescita) e per le macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (-34,4%) mentre raddoppia, arrivando ad appena mezzo milione di euro di controvalore, l’export di macchine per l'agricoltura e la silvicoltura.

In contrazione anche la vendita di bevande (-10,8%). Il vino pisano (il principale componente della voce bevande) continua a crescere nel Baltico (Svezia +24,2%, Finlandia +44,8%, Estonia quadruplicato, Norvegia +67,7% e Lettonia triplicato) e in Brasile +40,7%
ma, purtroppo, soffre delle cadute consistenti in molti mercati rilevanti: Giappone (-71,8%), Germania (-36,9%), Cina (-54,8%), Usa (-4,5%). Tra i comparti tradizionalmente vocati all’export si segnala la forte contrazione delle vendite di mobili (-17,2%) con perdite di rilievo in Vietnam, Regno Unito, Spagna, Russia, Stati Uniti e Cina. In crescita, invece, le vendite dirette in Francia (+31,7%), Australia (triplicate) e Belgio (+45%).

In calo anche le vendite di prodotti di abbigliamento (-28,8%) e degli utensili (-19,2%), mentre registra una flessione contenuta il vetro (-0,6%) a causa delle perdite di vendite dirette in Francia (-32,6%) e Germania (-12,6%) che gli incrementi registrati in Cina e Slovacchia non sono riusciti a controbilanciare. Un’eccezione al quadro desolante del commercio estero pisano è rappresentata dalla farmaceutica che raddoppia il valore dei prodotti esportati (+99,9%) dando un contributo di +1,65 punti percentuali sul risultato complessivo della provincia. Questo risultato porta il settore dalla dodicesima alla sesta posizione tra i diversi comparti provinciali. La farmaceutica avanza anche grazie alle vendite dirette in Austria (più che raddoppiate) ma anche verso la Spagna, Regno Unito ed Emirati Arabi. Altro settore in crescita è quello degli strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione che mette a segno un +14,4% (+0,15 punti di contributo alla crescita) grazie alle vendite piazzate in Australia, Perù, Brasile, Svizzera, Finlandia, Francia e Stati Uniti.

Tutti giù i principali mercati di sbocco, crescono solo Austria e Corea del Sud

La Germania nonostante la pesante caduta del primo semestre 2020 (-11,5%) si conferma primo paese di destinazione per l’export pisano. A crescere, nel commercio con la Germania, troviamo i prodotti farmaceutici di base (aumentati di 14 volte), seguiti dagli autoveicoli (+20,9%) e dalle altre macchine di impiego generale (+25,1%). Profondo rosso, invece, per le vendite in Germania di meccanica generale (-18%), cuoio (-32,5%) e cicli-motocicli (-5,1%). Il -20,9% registrato dalle vendite dirette in Francia è per oltre la metà imputabile al cuoio (- 44,2%) ma anche ai cicli-motocicli (-13,6%) e alla meccanica generale (-13,1%). Crescono invece i mobili (+31,7%), le altre macchine di impiego generale (+15,4%) e la carta (+15,8%).

Tra i principali paesi, passo indietro per la Spagna (-29,1%). Gli iberici hanno acquistato a Pisa soprattutto medicinali e preparati farmaceutici (+95,7%) e gli altri prodotti chimici (+164%). Pesanti flessioni invece per i settori tradizionali come i mezzi di trasporto (-36,3%), il cuoio (-33,9%) e meccanica generale (-31,4%). Si riducono anche le vendite dirette negli Stati Uniti (-18%) a causa della  pesante flessione per le calzature (-32,9%), mezzi di trasporto (-10,5%) e meccanica generale (-38%). Crescono invece le vendite negli Usa di strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione (+13,6%).

Flessioni di rilievo anche per Cina (-28,3%), Regno Unito (-44,5%), Paesi Bassi (-12,2%), Hong Kong (-40,9%), Svizzera (-36,6%), Vietnam (-15,6%), Portogallo (-21%), Giappone (-23,6%), Polonia (-23%), Belgio (-11,4%), Grecia (-5,2%), Romania (-28,4%). Tra i paesi più rilevanti per il commercio estero pisano crescono solo Austria (+25,3%) e Corea del Sud (+16%). Nel caso dell’Austria, esplodono le vendite di medicinali e preparati farmaceutici (+128,9%) e degli altri prodotti chimici (+106,1%) mentre per la Corea cresce il cuoio (+46,4%) e le altre macchine per impieghi speciali.

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