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Economia

La digitalizzazione galoppa nella provincia di Pisa: in evoluzione il sistema bancario

Nel 2022 gli istituti di credito hanno chiuso 8 sportelli puntando sul rafforzamento dei rapporti telematici con la clientela

La crescente attenzione al digitale, che ha avuto un’accelerazione durante la pandemia, sta portando ad una riorganizzazione del sistema bancario anche nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa con una diminuzione degli sportelli e dei Bancomat ed un aumento delle operazioni online. L'aumento dell'utilizzo di forme di pagamento elettroniche, anche a causa di vincoli normativi, ha portato a un incremento dei POS. Se la pandemia aveva compresso molte tipologie di spesa e di investimento portando ad un aumento involontario del risparmio, nel 2022 si assiste ad un rallentamento con le famiglie e le imprese che attingono alle risorse finanziare per coprire l’aumento dei costi causato dall’inflazione ma anche per cercare forme più interessanti di impiego come il residenziale.

Dopo due anni di crescita, il 2022 registra una flessione nei prestiti alle imprese, andando a colpire soprattutto quelle di minori dimensioni e le artigiane che, rispetto alle altre, segnalano un elevato utilizzo dell’accordato. Tra le diverse tipologie di prestiti calano quelli per gli investimenti produttivi mentre, pur in progressivo ridimensionamento, crescono quelli concessi alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione. Le sofferenze bancarie, ancora generalmente su livelli molto bassi, segnalano alcune criticità, soprattutto nelle costruzioni. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall’analisi dei dati della Base Dati Statistica della Banca d'Italia effettuata da Giuliano Dini, già direttore della filiale di Lucca, presentata questa mattina a Lucca presso la sede della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest.

"Il credito svolge un ruolo chiave nell'attivazione dell'attività economica, nell'innovazione, nella creazione di posti di lavoro e nel miglioramento della qualità della vita per le famiglie - dichiara Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest - ed il suo monitoraggio consente di ottenere informazioni preziose sulle tendenze dei diversi comparti. Se da un lato, infatti, è senz’altro positiva la crescita dei finanziamenti destinati all’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie dall’altro, invece, emergono alcuni elementi che destano una certa preoccupazione. Tra questi si segnalano la riduzione dell’erogato alle piccole imprese, il calo dei prestiti destinati agli investimenti produttivi ma anche la crescita del credito al consumo concesso alle famiglie per mantenere invariato il profilo di spesa. Come Camera di Commercio, continueremo a monitorare queste evoluzioni consapevoli dell’importanza di fornire un quadro aggiornato e completo utile nel processo decisionale dei diversi stakeholder".

PROSEGUE LA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA BANCARIO. Nel 2022 il sistema bancario pisano prosegue la riorganizzazione territoriale con la chiusura di otto sportelli il cui numero scende a quota 206 per un totale di 1.610 dipendenti. Si tratta di un processo in atto da tempo e che tra il 2019 e il 2022 ha visto la cessazione dell’operatività di 32 filiali, con l’abbandono del comune di Lari.

Il rapporto tra banca e clientela è mutato rapidamente negli ultimi anni, con una crescita dei rapporti telematici e a distanza che ha trovato un ulteriore spinta durante la pandemia. Tra il 2019 ed il 2021 (ultimo anno per il quale sono disponibili dati) è aumentato l’utilizzo dell’Home banking da parte delle famiglie (+5,6% i clienti nel periodo 2019-21), nonché il Corporate banking (clientela business) che è cresciuta, nello stesso periodo, del 3,3%. Il crescente utilizzo di forme di pagamento elettroniche ha sostenuto l’incremento del numero dei POS (Point of sale - terminali di pagamento), aumentati dell’8,3% nel 2021 (ultimo dato disponibile) a quota 31.054. Il numero degli sportelli bancomat (ATM), scende invece a quota 292 come riflesso della chiusura degli sportelli bancari.

RALLENTA LA CRESCITA DEI DEPOSITI. In provincia di Pisa il risparmio complessivo è cresciuto del +0,5% nel 2022 portandosi a 17.908 milioni di euro. Il risultato è frutto della contrazione dei depositi bancari e il risparmio postale, (-0,4% collocandosi a 11.551 milioni), mentre il valore dei titoli detenuti (a custodia o in gestione, la cosiddetta raccolta indiretta), pari a 6.357 milioni è cresciuto del 2,4%. Nel periodo 2019-22, a fronte di un aumento involontario del risparmio legato delle minori “opportunità” di spesa disponibili durante la pandemia, i risparmi delle famiglie pisane (13.643 milioni a fine 2022) sono cresciuti del 12,2%.

Con la fine delle restrizioni e l’aumento dell’inflazione, nel 2022 si è invece registrato un progressivo rallentamento del ritmo di crescita dei depositi (+1,8% nel 2022). La crescita ha interessato soprattutto i depositi bancari (8.160 milioni) cresciuti dell’11,4% nel triennio 2019-2022. Nel 2022, in un contesto di crescente incertezza circa l’andamento congiunturale e con una liquidità ancora abbondante, la dinamica dei depositi ha rallentato fino ad annullarsi a fine anno e passare in area negativa a febbraio 2023 (-1,5%). La raccolta indiretta (titoli in custodia e gestioni) delle famiglie è aumentata fino a fine 2021 (+6%) per poi mostrare un deciso rallentamento (+2,8%, 5.286 mln) pur rimanendo in terreno positivo.

FRENO DEGLI INVESTIMENTI FA CRESCERE DISPONIBILITA' FINANZIARIE DELLE IMPRESE. Il rallentamento o talvolta il freno degli investimenti accresce le disponibilità finanziarie delle aziende pisane. I depositi delle imprese pisane (2.782 milioni, tra bancari e postali) hanno avuto la massima crescita nel biennio 2019-21 (+22,7%) grazie anche alla possibilità di ricorrere alle garanzie offerte dal Governo, registrando una flessione del 3,4% nel 2022. Per le imprese più piccole l’incremento è stato del +6,4% nel 2022 e resta positivo anche a febbraio 2023 (+3,4%, meglio della media regionale). Per le imprese più grandi (oltre 20 addetti), invece, il 2022 evidenzia come i depositi siano diminuiti del 5,5%, una flessione che prosegue anche a febbraio 2023 (-4,1%). Aggiungendo la raccolta indiretta (titoli e gestioni) la disponibilità delle imprese raggiunge nel 2022 i 3.175 milioni ma rimane in negativo del - 1,8%.

AUMENTANO I MUTUI PER L'ACQUISTO DELLE ABITAZIONI. Se fino al 2019 i prestiti concessi in provincia di Pisa (al netto delle sofferenze) erano progressivamente diminuiti, dall’inizio della pandemia si è invece registrato un loro moderato aumento (+4,7%, +446 milioni nel periodo 2019-22) grazie ad un contesto fatto di sostegni e garanzie all’economia, di tassi di interesse contenuti e di ampia disponibilità da parte del sistema bancario. Nel 2022 il credito complessivamente concesso è ulteriormente cresciuto a 9.901 milioni (+1,1% su 12 mesi), un aumento che è proseguito fino a febbraio 2023 (+2,7%), nonostante le condizioni siano cambiate sia in termini di costo del denaro (in aumento) che di -maggiore- attenzione al rischio da parte delle banche.

Tra il 2019 ed il 2022 il credito concesso alle famiglie è aumentato del 9,9% portandosi a quota 4.992 milioni. Nell’ultimo anno la crescita ha rallentato attestandosi ad un +3,8% nel 2022 e ad un +0,3% a febbraio 2023. Le famiglie hanno utilizzato i finanziamenti accordati soprattutto per l’acquisto di abitazioni (3.307 milioni lo stock di prestiti a fine 2022, +5,8%), con le erogazioni (vale a dire i flussi) che segnano però un rallentamento nel 2022 (-10,5%, 496 milioni) dopo la forte crescita del 2021. Il ricorso al credito al consumo (1.290 milioni), cresciuto del 6,7% nel 2022, sembra destinato soprattutto a fronteggiare l’aumento delle spese a seguito del forte aumento dei prezzi. La parte destinata all’acquisto di “beni durevoli a medio e lungo termine”, pari a 428 mln a fine 2022, cresce infatti di un più contenuto 3,8%, presentando, inoltre, un forte rallentamento delle erogazioni (-22,6% i flussi di nuovi prestiti nel 2022) probabilmente riconducibile all’aumento dei tassi ai quali è possibile finanziarsi.

CALANO I PRESTITI ALLE PICCOLE IMPRESE, STABILI PER LE GRANDI. Nel biennio 2020-21 il credito alle piccole imprese (quelle con meno di 20 addetti) è stato supportato dai sostegni e dalle moratorie. Nel 2022 si è invece registrata una diminuzione del -4,9% (936 milioni) che è proseguita a febbraio 2023 (-5,6%). L’utilizzo delle linee di credito da parte delle piccole imprese è stato molto intenso (il 92,2% dell’accordato nel 2022) e gli sconfinamenti 7 , ovvero l’utilizzo di credito in eccesso rispetto a quanto concesso dalla banca, sono stati l’1,8%. In particolare, per le imprese artigiane, i prestiti vivi 8 a fine 2022 sono diminuiti del 7,4% attestandosi a quota 277 milioni al netto delle sofferenze (12 milioni): il dato è in linea con la media toscana.

I prestiti alle imprese più grandi (sopra i 20 addetti), dopo una fase di crescita registrata fino a metà 2021, hanno iniziato ad indebolirsi fino a dicembre 2022 (+0,1% nell’anno, 3.353 milioni) per poi riprendersi a febbraio 2023 (+1,2%). Da segnalare come i prestiti di questo gruppo siano cresciuti del 6,2% nel triennio 2019-22, in linea con la media toscana e italiana. L’andamento del sistema produttivo è collegato alla flessione del manifatturiero che dopo esser cresciuto fino a metà 2021, ha presentato andamenti deboli o negativi chiudendo il 2022 con un -0,2% (1.686 milioni). Peraltro, per il settore, si rileva una ripresa all’inizio del 2023 (+3,7% a febbraio). Il manifatturiero presenta tuttavia un basso utilizzo dei fidi accordati (solo il 54,3% nel 2022), segnalando come non sia in atto una restrizione del credito ma, piuttosto, siano le imprese a chiederne una quantità limitata. Anche per i servizi i prestiti sono aumentati fino al 2021 per poi scendere in zona negativa, registrando un -2,6% a fine 2022 (1.975 milioni), peggio della media toscana, e perdendo un ulteriore 5% a febbraio 2023.

Da segnalare, nel periodo 2019-22, come i prestiti al terziario siano cresciuti del 7,4% (+135 mln). I finanziamenti alle costruzioni, che avevano raggiunto elevati livelli prima della pandemia, hanno mostrato una flessione costante in tutto il periodo riprendendosi solo a fine 2022 (+1,1%) per crescere anche a febbraio 2023 (+4,5%). Tuttavia, nei tre anni, sono complessivamente diminuiti del 20,4% (-113 milioni).

DIMINUISCONO I FINANZIAMENTI PER GLI INVESTIMENTI PRODUTTIVI. Lo stock di prestiti a medio e lungo termine, cresciuto nel 2020-21, ha segnato nel 2022 una diminuzione del -0,2% scendendo a quota 8.578 milioni. Anche le erogazioni, dopo la crescita del 2021, hanno presentato una flessione raggiungendo 2.160 milioni di euro nel 2022.

In particolare, il credito a medio lungo termine concesso alle imprese pisane (3.980 milioni) si è ridotto del 6,5% nel 2022. I finanziamenti oltre il breve termine delle imprese per investimenti “finanziari e altri” (acquisto di beni mobili e immobili, partite di giro, ecc.) hanno raggiunto i 7.703 milioni nel 2022 (+0,8%), con un aumento (+15,6%) negli ultimi tre anni. I prestiti concessi per investimenti “non finanziari” (ossia in costruzioni, fabbricazione macchinari, attrezzature, impianti, mezzi di trasporto, ecc.), pari a 875 milioni a fine 2022, presentano invece una forte flessione sia nel 2022 (-7,7%) che nel triennio 2019-2022 (- 21,9%).

MIGLIORA LA QUALITA' DEL CREDITO PER LE FAMIGLIE. Prosegue nel 2022 la “pulizia” dei bilanci da parte delle banche. Le sofferenze 9 , infatti, sono scese a 181 milioni a fine 2022 (-40,1%) per effetto di rilevanti svalutazioni e cessioni da parte delle aziende di credito. Il tasso di deterioramento, che esprime la quota di prestiti che in un dato periodo ha registrato un peggioramento della qualità (aumento delle insolvenze) rispetto al totale dei prestiti, a fine 2022 scende all’1,410% (era l’1,458% a fine 2021): un valore comunque al di sopra della media regionale (1,280%).

Negli ultimi tre anni la qualità dei finanziamenti è stata particolarmente negativa per le piccole imprese, con valori sopra il 3% sino a fine 2021, poi migliorati nel 2022 (2,01% a fine anno) sebbene sopra la media regionale e nazionale. Per le imprese più grandi il tasso di deterioramento è salito al 2,323% a fine 2022, a comprova delle difficoltà del sistema produttivo pisano. L’indice peggiora nel manifatturiero (1,2% in crescita dallo 0,8% a giugno 2022) ma soprattutto nelle costruzioni (dove arriva al 5,1% dall’1,8% di fine 2021) e nei servizi (2,5% era 1,9% a fine 2021). Per le famiglie la qualità del credito è migliorata nel 2022, con il tasso di deterioramento sceso allo 0,474% (era lo 0,970% nel 2021): tra i migliori in toscana.

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