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Economia

Edilizia pisana: timidi segnali di ripresa grazie alle compravendite

Dopo 6 anni torna a crescere il mercato per residenziali e capannoni. Si riducono però fatturato, occupazione e investimenti. Pacini: "Per riattivare il comparto servono più risorse pubbliche"

E’ un quadro con molte ombre, ma anche con qualche sprazzo di luce, quello che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa sul settore edile pisano. L'indagine condotta sul settore delle costruzioni evidenzia ancora molti segni meno ma il numero di compravendite torna a crescere dopo 6 anni nel residenziale e nei capannoni

OK RESIDENZIALI E CAPANNONI. L’inasprimento della pressione fiscale registrata con l’introduzione della Tasi sembra non aver avuto particolari effetti sulle contrattazioni e la provincia di Pisa, con un +5,1%, supera addirittura il dato nazionale +3,6%. All’interno del non residenziale, Pisa mostra un rimbalzo nella categoria capannoni-industrie (+26,9%) mentre negli altri comparti si segnano flessioni, anche rilevanti: -22,1% gli uffici e -27,6% il commerciale. Pesano senz’altro su questo risultato le flessioni registrate dai prezzi di vendita.
"E' senz’altro positivo - fa notare il presidente della Camera di Commercio di Pisa, Pierfrancesco Pacini - rilevare il ritorno alla crescita delle compravendite di abitazioni e capannoni. Tuttavia, per riattivare il comparto, è importante non solo continuare ad agevolare le riqualificazioni edilizie ma anche, come sta timidamente provando a fare l’Europa con il 'piano Junker', allocare quante più risorse pubbliche possibili sugli investimenti".

SI RIDUCONO FATTURATO E OCCUPAZIONE. Nonostante il ritorno alla crescita delle vendite, le imprese edili pisane lasciano sul terreno il 4,6% del fatturato ed il 4,9% delle ore lavorate nel primo semestre del 2014. In questa situazione però le diverse lavorazioni non sono tutte sullo steso piano. Tra queste, l’unica che nel primo semestre del 2014 evidenzia una seppur piccola quota di soggetti che dichiarano un aumento dell’attività è quello che opera nella manutenzione e nel recupero edilizio. Male anche la dinamica occupazionale che, nel primo semestre 2014, risulta inferiore del 3,7% rispetto al medesimo periodo del 2013 posizionandosi poco al di sopra delle 11mila unità. La fase ciclica penalizza però solo i dipendenti: perdono infatti terreno le sole posizioni dipendenti (-7,3%) mentre gli indipendenti rimangono tutto sommato stabili. I dati sulla cassa integrazione guadagni confermano lo stato di crisi del comparto: sono oltre un milione le ore autorizzate di CIG, il livello più alto degli ultimi dieci anni.
Diminuiscono anche le aziende: il numero di imprese, a fine 2014, scende infatti di un ulteriore 0,5% portandosi a quota 6.580 unità (erano 6.620 a fine 2013). Tra queste, ad arretrare di più, sono le artigiane che, con un -1,8%, scendono a quota 4.275 unità dalle 4.355 di fine 2013.

INVESTIMENTI E CREDITI AL PALO. Considerando la debolezza della domanda, non stupisce rilevare come la quota di imprese che dichiarano di aver effettuato spese per investimenti sia ridotta al lumicino. Nei primi sei mesi del 2014 appena 4,7 imprese edili pisane su cento hanno effettuato investimenti: il 4,3% per un valore inferiore ai 10mila euro e solo lo 0,4% è andato oltre questa (bassissima) soglia. La mancanza di investimenti e la crisi dell’attività produttiva porta, nel primo semestre del 2014, solo 3 imprese edili pisane su 100 a rivolgersi agli istituti di credito.
Questi dati trovano conferma da quelli forniti dalla Banca d’Italia e relativi a fine settembre 2014: lo stock di prestiti alle imprese pisane delle costruzioni risulta dell’1% inferiore rispetto al medesimo periodo del 2013. Il tasso di decadimento, indice della scarsa qualità del credito, pur in netto ridimensionamento (8,3% a fine settembre 2014), si posiziona su livelli nettamente superiori rispetto passato e al resto del sistema imprenditoriale pisano (4,9%).

POCHI LAVORI PUBBLICI. I rapporti del comparto delle costruzioni pisane con la Pubblica Amministrazione risultano poco diffusi rari. Coerentemente con i vincoli di spesa che attanagliano le pubbliche amministrazioni, che a loro volta tagliano prevalentemente gli investimenti, nel primo semestre 2014 l’80% delle imprese pisane del settore edile non intrattengono rapporti con Enti Pubblici. A fronte di un 17% di imprese edili pisane che non registra ritardi nei pagamenti un altro 2% dichiara invece di essere ancora afflitto da questo problema.

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