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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Edilizia, è crisi nera nel 2012: il fatturato cala dell’11,7%

In caduta libera fatturato, addetti e investimenti. Male chi opera con la PA, meglio chi opera nelle ristrutturazioni. Chi lavora con PA costretto a 86 giorni di ritardo per vedersi liquidate le fatture

E’ crisi nera per le imprese pisane operanti nel settore delle costruzioni. Lo rivelano i dati sul 2012 relativi all’indagine condotta dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Pisa in collaborazione con Unioncamere Toscana su un campione di imprese del settore delle costruzioni, segnalando una caduta dell’11,7% del fatturato, dell’1,5% per l’occupazione e dello 0,7% per gli investimenti. I risultati sono frutto della crisi che da alcuni anni interessa l’immobiliare che, dopo essere cresciuto prepotentemente fino al 2007, ha segnato una forte contrazione che ha portato a fine 2012 a diminuzioni di oltre il 40% del numero di transazioni nei diversi comparti: commerciale, residenziale e produttivo.

PRODUZIONE, FATTURATO E OCCUPAZIONE

I dati dell’indagine campionaria evidenziano come l’attività edile si sia ridotta al lumicino. Il portafoglio ordini risulta, nel 38% dei casi, in diminuzione rispetto al 2011 portando i mesi di produzione assicurata a 3,7.

Ad occupare la peggiore posizione troviamo tutti coloro che operano con la Pubblica Amministrazione: la costruzione di edifici non residenziali pubblici (qui solo 15% delle imprese del settore ha aumentato la produzione rispetto al 2011), la costruzione di abitazioni su commessa pubblica (nel settore la quota sale al 18%) ma anche i lavori pubblici (solo il 23% ha aumentato la produzione rispetto al 2011) segnano un risultato poco incoraggiante. Meno negativa, invece, l’attività di costruzione di edifici non residenziali e di abitazioni, sia su commessa che in autopromozione. Decisamente migliore la situazione della manutenzione e del recupero edilizio: quasi la metà delle imprese ha registrato almeno una stabilità della propria attività.

Questi dati sono coerenti con l’evoluzione del fatturato che arretra, complessivamente, del -11,7% e nella componente artigiana del -12,3%.

Così come avvenuto nel comparto industriale, le imprese del settore delle costruzioni tendono a trattenere quanto più possibile la forza lavoro. A fronte di una pesante flessione delle ore lavorate (-11,3% nel complesso del 2012) il numero di addetti, cala di 'solo' l’1,5%. Considerando le diverse tipologie di prestazione lavorativa, diminuiscono soprattutto gli addetti a tempo pieno (-1,5%) ed i dipendenti (-1,8%).

ACCESSO AL CREDITO, INVESTIMENTI E RAPPORTI CON LA P.A.

Che la fase sia particolarmente dura per il sistema edile lo dimostrano anche i dati sulle richieste di credito e sugli investimenti. Su 100 imprese, infatti, nel 2012 solo 12 hanno fatto richiesta di credito prevalentemente per finanziare il circolante (nel 60% dei casi) e ristrutturare il debito (nel 52%) mentre una quota minoritaria, intorno al 5%, ha chiesto credito per effettuare investimenti. Il 49% delle imprese ha dichiarato, in relazione alla situazione generale, un peggioramento nell’accesso al credito nel corso del 2012.

Nel 2012 solo il 6% delle imprese ha aumentato la spesa per investimenti rispetto al 2011: a fronte di tali evoluzioni, la variazione percentuale della spesa fa segnare un -0,7%.

Altro tema rilevante affrontato dall’indagine è quello dei ritardi nei pagamenti della PA. Il 10% delle imprese, un terzo di quelle che operano con la Pubblica Amministrazione, registrano ritardi nei pagamenti loro dovuti. Considerando i giorni medi di ritardo si rileva l’enorme differenza tra il totale delle imprese che intrattengono rapporti con la PA (il ritardo medio è di 86,4 giorni) ed il gruppo di coloro che segnalano ritardi (per loro il ritardo arriva a 209,8 giorni). Il problema dei ritardi nei pagamenti è giudicato in aumento dal 64% delle imprese.

LA DINAMICA D’IMPRESA

Il numero di imprese edili, dopo essere cresciuto in maniera travolgente (+50% tra il 2000 ed il 2011), segna nel 2012 una battuta d’arresto (-1,6%) a causa del comparto della costruzione di edifici (-1,9%) e delle imprese individuali (-2,8%) mentre continuano a crescere le società di capitale (+2,5% nel 2012). In questa dinamica potrebbe aver giocato un ruolo non trascurabile la Riforma Fornero, che punta a limitare il ricorso a  forme di lavoro atipiche o 'pseudo-imprenditoriali' ma anche i requisiti più stringenti per evitare che prestazioni qualificate come autonome nascondano in realtà posizioni lavorative dipendenti.

L’IDENTIKIT DELL’IMPRESA EDILE

La rilevazione condotta sul settore delle costruzioni ne evidenzia i tratti distintivi: la netta prevalenza della piccolissima impresa (il 72% delle imprese, nel 2012, ha un fatturato inferiore a 200mila euro), la prossimità al cliente (solo il 4% delle aziende si muove al di fuori dei confini regionali), la prevalenza del mercato finale (l’82% del fatturato proviene da questa tipologia mentre il subappalto arriva al 18%) e del residenziale (il 57% del fatturato è realizzata da questa tipologia di mercato). Il non residenziale ed i lavori pubblici rappresentano, rispettivamente, il 26% ed il 17% del giro d’affari complessivo.

LE TECNOLOGIE INFORMATICHE DI BASE

Internet, banda larga, sito web: il settore edile risulta decisamente poco 'informatizzato'. Il personal computer è infatti presente in circa la metà delle imprese; il collegamento ad Internet nel 47% e solo il 15% possiede un sito web aziendale. Tra le imprese che hanno un collegamento alla rete la quasi totalità utilizza la banda larga (l’XDSL tocca l’85%). L’utilizzo di internet è dedicato prevalentemente allo scambio di informazioni con clienti e fornitori (nel 90% dei casi) ma anche all’utilizzo di servizi bancari (nel 64%).

ASPETTATIVE PER IL 2013

Le attese sulle evoluzioni dei principali indicatori (addetti, fatturato e investimenti) per il 2013 sono orientate al peggio. Prevalgono, in termini di quote percentuali, coloro che prevedono una sostanziale stabilità ma sono comunque numerose le aziende che si attendono una contrazione del fatturato (il 39% delle imprese), degli investimenti (il 31%) e gli addetti (l’11%). Da segnalare il tentativo di salvaguardare i posti di lavoro pur attendendosi una diminuzione del proprio giro d’affari.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO

"I dati di questa prima indagine condotta sul settore delle costruzioni nella nostra provincia - afferma il presidente Pierfrancesco Pacini -  confermano gli effetti devastanti della crisi immobiliare che, purtroppo, sarà difficile assorbire in tempi brevi. Tuttavia, ritengo sia doveroso impegnarsi affinché al settore, che rappresenta una parte rilevante del nostro sistema imprenditoriale, sia offerto tutto il sostegno possibile. Sebbene le risposte più rilevanti, in termini di risorse, possano venire solo a livello nazionale, la Camera di Commercio è da tempo impegnata, attraverso la propria Azienda Speciale PAI, a supportare le piccole imprese con specifici percorsi formativi nel campo dei nuovi materiali, dell’edilizia sostenibile e della riqualificazione. Non meno rilevante - conclude Pacini - l’azione consulenziale offerta alle piccole imprese per cogliere al meglio tutte le agevolazioni disponibili”.

 

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