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Economia

Imprese: l'export pisano frenato dalla flessione del conciario

Un netto calo del cuoio nei primi nove mesi del 2016 si ripercuote sull'andamento delle esportazioni delle aziende pisane

Il rallentamento della domanda internazionale nel corso del trimestre estivo non ha mancato di farsi sentire non solo sull’export regionale (-0,5%, al netto dei metalli preziosi saremmo sotto il 2%), ma anche in provincia di Pisa dove si è arrivati ad un -2,2%. Tuttavia il 2016 non è ancora perduto: considerando, infatti, i primi nove mesi del 2016, il dato pisano e toscano restano ancora al di sopra della linea di galleggiamento: +0,5%. A Pisa, il brutto dato del terzo trimestre è influenzato dal conciario (-6,2%) mentre, tra i settori quantitativamente più rilevanti, sostengono l’export i motocicli (+0,6%) e la meccanica (+7,6%).
Questa, in sintesi, l’analisi dei dati Istat sulle esportazioni della provincia di Pisa diffusi oggi dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa.

ESPORTAZIONI

La flessione del cuoio (-6,2%) spiega quasi due terzi della contrazione dell’export pisano nel terzo trimestre 2016. La caduta del conciario, che segue ad alcuni trimestri di crescita modesta, è imputabile alle pesanti perdite subite dalle vendite dirette a Hong Kong, in Cina, Polonia e Taiwan, alle quali si contrappongono gli ottimi risultati conseguiti in Francia, India e Stati Uniti.

Le esportazioni di cicli e motocicli, il secondo settore in termini di importanza a livello provinciale, confermano il dato leggermente positivo del trimestre precedente (+0,6%). La meccanica mantiene una buona capacità di penetrazione sui mercati: le vendite oltreconfine di macchine di impiego generale (motori, pompe, rubinetti, valvole, apparecchiature fluodinamiche, ecc.) sono aumentate del 7,5%, le altre macchine per impiego generale (forni, refrigeratori, macchine per sollevamento, ecc.) realizzano un incremento di 5 punti percentuali e le altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche per l’industria) del 21,5%. In positivo, tra i settori, troviamo non solo alcuni spezzoni della moda come le calzature (+4,0%) e l’abbigliamento (+6,0%), ma anche comparti che stanno crescendo come le bevande (+5,3%, soprattutto vino) e la farmaceutica (+10,1%). Da segnalare il ritorno in positivo delle vendite di mobili (+1,0%).

Le difficoltà delle esportazioni pisane sono comuni a quasi tutte le aree geografiche di destinazione, con limitatissime ed isolate eccezioni. I primi sei partner commerciali di Pisa, in termini di valore, segnano contrazioni importanti: Germania (-8,0%), Francia (-7,1%), Stati Uniti (-9,9%), Spagna (-12,7%), Cina (-5,4%) e Hong Kong (-17,0%). Crescono invece le vendite dirette in alcuni paesi europei, come il Regno Unito (+6,5%), Paesi Bassi (+8,9%) e Polonia (+10,3%), e verso importanti realtà asiatiche quali Corea del Sud, Giappone e Vietnam, tutte con incrementi di circa 9 punti percentuali. Molto bene anche le vendite dirette in India (+22,0% grazie al cuoio). Rilevante il +31,3% delle esportazioni dirette in Russia che, grazie alla meccanica, hanno recuperato una parte delle perdite subite a causa dell’embargo.

IMPORTAZIONI

Passando all’analisi dell’import (-10,4% nel terzo trimestre del 2016), la caduta è frutto di un mix di fenomeni estemporanei (contabilizzazione di un’operazione straordinaria nel comparto ferroviario e della nautica) ma anche di contrazioni della domanda di beni strumentali e intermedi che testimoniano le difficoltà attraversate da alcuni segmenti dell’industria pisana, primo fra tutti il conciario (-6,4%).

“Come già rilevato nelle nostre precedenti analisi, nonostante la dinamicità di alcuni settori, la provincia di Pisa è purtroppo colpita in pieno dal calo della domanda mondiale ed anche i venti di protezionismo che sembrano avvicinarsi destano più di una preoccupazione - afferma il presidente della Camera di Commercio di Pisa Valter Tamburini - i mercati internazionali rappresentano, infatti, un elemento fondamentale per la crescita dell’economia provinciale e le difficoltà su questo versante preoccupano la nostra economia. La riforma delle Camere di Commercio ha riservato a ICE le attività di promozione sui mercati esteri, ma ha assegnato alle Camere il compito fare formazione e dare assistenza alle piccole e medie imprese per la preparazione al 'grande salto'. Secondo stime ufficiali, a Pisa ci sono circa 600 imprese manifatturiere che hanno tutte le carte in regola per cominciare ad esportare sistematicamente ma che non lo fanno: il nostro compito sarà quello di scovarle e cercare di supportarle in questa fase delicata e fondamentale per il loro sviluppo”.

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