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Export, si può sorridere in mezzo al buio: mobili e pelli tengono a galla la provincia

Un segno più per la provincia di Pisa: bene cuoio (+3,0%) e mobili (+20,8%), male le due-tre ruote (-5,9%) e la meccanica (-6,6%). Tra i paesi crescono Germania (+1,8%), Cina (+26,4%) e Turchia (+64,9%)

Ancora segnali incoraggianti sul fronte delle esportazioni pisane. Il secondo trimestre 2013 si chiude infatti con un +0,2% rispetto al medesimo periodo del 2012, il tutto mentre l’Italia (-0,1%) continua a perdere terreno.

Le vendite provinciali all’estero, secondo la consueta analisi condotta dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Pisa utilizzando i dati Istat, superano nel trimestre i 761 milioni di euro di controvalore, grazie alle buone performance di due settori tradizionali del nostro territorio come la concia ed i mobili ed il sostegno offerto da Germania e Cina. Anche allungando l’analisi ai primi sei mesi dell’anno non si colgono particolari differenze rispetto al dato trimestrale con Pisa (+0,2%) in posizione relativamente migliore rispetto all’Italia (-0,4%) e, soprattutto, alla Toscana (-1,9%).

ESPORTAZIONI

In testa al gruppo di settori che tengono sopra la linea di galleggiamento l’export pisano troviamo le pelli che grazie alla domanda cinese mettono a segno crescite consistenti tanto nel cuoio lavorato (+3,0%) che nel grezzo (+37,6%). Flessioni vengono invece dal resto del sistema moda con calzature e abbigliamento che perdono, rispettivamente, il -0,3% ed il -3,8%.

Ancora un segno meno, invece, per uno dei settori di punta della provincia come i cicli e motocicli (-5,9%): un comparto che pur evidenziando una crescita vivace in Nord America soffre del netto rimensionamento avvenuto in Europa. Male anche la meccanica che, nel complesso, lascia sul terreno il 6,6%. All’interno della filiera edile a fronte della contrazione delle esportazioni di vetro (-16,4%), i mobili, grazie alla spinta proveniente dalla Russia, segnano un +20,8%. Bene, invece, le bevande che grazie alle performance ottenute nei paesi anglosassoni segnano un +9,4%.

A livello territoriale, mentre il Vecchio continente arretra (-4,3%) gli altri avanzano: Asia (+3,6%), America (+0,3%), Africa (+15,0%) e Oceania (+72,1%). Pesa, nel caso dell’Oceania, l’exploit segnato da un settore caratterizzato da picchi particolarmente rilevanti come la cantieristica.

Per quanto riguarda i paesi di destinazione il quadro risulta piuttosto frastagliato. Tra tutti spiccano soprattutto la Germania (+1,8%), che rimane il primo paese di destinazione con quasi il 14,5% dell’export totale, ed il gigante cinese (+26,4%). In flessione, invece, la Francia (-5,8%), la Spagna (-14,6%) e anche gli Stati Uniti (-1,9%). In Europa aumentano soprattutto le esportazioni dirette in Turchia (+64,9%), mentre l’Austria ed i Paesi Bassi segnano un netto calo (-6,6% e -5,9%, rispettivamente).

IMPORTAZIONI

Mentre a livello nazionale e regionale la flessione delle importazioni continua ad essere pesante, rispettivamente -6,5% e -9,0%, a livello provinciale il recupero si sta facendo più intenso. Le importazioni pisane, indicatore principe della dinamica della domanda espressa dal territorio ma anche dei prezzi pagati dagli importatori, segnalano un netto recupero +9,9%.

Tra i principali settori d’importazione della provincia di Pisa, la filiera del cuoio continua a farla da padrona con tassi di sviluppo consistenti tanto per il grezzo (+12,4%) che per il lavorato (+30,0%). L’ipotesi che si tratti di un aumento dei prezzi più che delle quantità, frutto delle crescenti difficoltà di approvvigionamento segnalate dagli operatori a causa di barriere non tariffarie all’esportazione da parte dei paesi di provenienza, sembra essere plausibile.

Se l’aumento del valore dell’import di pellame sembra legato alla dinamica dei prezzi, la crescita dei prodotti chimici (+19,0% la chimica di base, +21,8%  gli altri prodotti chimici), della gomma (+5,6%), degli articoli in materie plastiche (+12,3%), del legno tagliato e piallato (+21,6%) e dei metalli di base (+22,8%), considerando l’andamento cedente delle quotazioni internazionali, potrebbe invece preludere ad una ripartenza del ciclo industriale. A sostegno di questa ipotesi viene anche la crescita delle importazioni di beni di investimento come le macchine di impiego generale (+32,1%) provenienti soprattutto da Germania e Cina.

Tra i principali paesi di origine delle merci acquistate, Germania e Francia, grazie alla metalmeccanica nel primo caso e alle pelli grezze nel secondo, fanno segnare crescite considerevoli (+25,6% e +12,1% rispettivamente). La Cina, dopo la contrazione segnata lo scorso trimestre, continua invece ad arretrare (-20,7%). Grazie alle pelli grezze e semilavorate, continuano a fornire un importante contributo all’import il Brasile (+180,5%) e l’Ucraina (+64,5%). L’import dagli Stati Uniti segna invece un +18,0% grazie ai medicinali ed ai prodotti chimici.

“La tenuta dell’export pisano - afferma Pierfrancesco Pacini, presidente della Camera di Commercio di Pisa - rappresenta un elemento estremamente positivo se si pensa che nello stesso periodo l’Italia e la Toscana stanno perdendo terreno ed il rafforzamento delle esportazioni atteso sul finire dell’anno sarà l’unica stampella per l’economia provinciale. Per aumentare al massimo gli effetti benefici della domanda estera sulle nostre imprese - prosegue Pacini - è necessario agire con azioni mirate e di sicuro impatto. Su questo fronte la Camera di Commercio, assieme ad altri enti, è da tempo molto impegnata: non solo per promuovere all’estero le produzioni del territorio ma anche per far conoscere Pisa come meta del turismo d’affari”.

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