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Economia

Federico Pieragnoli, Direttore Confcommercio Pisa: “Recessione sì, Recessione no. Ci potranno salvare solo i consumi"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

“Si prevede che nel 2012 i consumi cresceranno solo di uno +0,2% e il Pil di uno striminzito +0,3%, in un contesto in cui la probabilità di entrare in recessione è la medesima di un possibile ritorno alla crescita. Per questo motivo, i prossimi mesi saranno cruciali e il destino dell'economia italiana potrebbe essere determinato proprio dalla propensione al consumo: un loro blocco farebbe cadere il paese in una nuova fase recessiva. Le premesse non solo delle migliori. Nel 2011 il reddito delle famiglie consumatrici si è ridotto per il quarto anno consecutivo e il loro potere d'acquisto si è contratto del 7%. Tra il primo trimestre 2008 e il primo trimestre 2011 ciascun italiano disponeva in media di 3.000 euro in meno di disponibilità finanziarie accumulate per qualsiasi scopo. Questa riduzione, sommata alla perdita di reddito reale, implica che ciascuna famiglia ha nel 2011 quasi 10.000 euro in meno rispetto alla fine del 2007. L'ondata di turbolenze finanziarie e il clima di incertezza hanno contribuito ad acuire il clima di sfiducia di famiglie e imprese. In grande difficoltà sono soprattutto le piccole imprese operanti nel settore dei servizi di mercato, il cui margine operativo lordo nel biennio 2009-2010 si è ridotto del 20%, mentre per i negozi al dettaglio la contrazione sfiora addirittura il 77%. Guardando al rendimento del capitale proprio (ROE), che indica sintetticamente la convenienza o meno a fare impresa, in molti settori economici dell'anno 2010, si osservano valori in gran parte negativi. Per il complesso del sistema delle piccole imprese in contabilità ordinaria, la redditività è scesa nel 2010 di circa due terzi rispetto ai parametri del 2008. Per conseguire l'obiettivo dell'azzeramento del deficit occorreranno tra il 2012 e il 2014 circa 100 miliardi di tasse e imposte aggiuntive e circa 40 miliardi di minori spese, ovvero pressione fiscale record e crescita al lumicino. Senza una riduzione netta della pressione fiscale e non di una sua semplice traslazione “dalle persone alle cose”, senza una detassazione dei redditi da lavoro per sostenere la domanda interna e per rilanciare i consumi, nonché senza interventi concreti a favore delle PMI, il rischio recessione si fa ogni giorno più concreto”.
 

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