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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Filiera toscana: due punti vendita per il Made in Tuscany

Pubblicato il bando di adesione alla proposta di progetto del Consorzio Agrario Provinciale di Pisa: c’è tempo fino al 31 maggio per aderire

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Due punti di commercializzazioni per prodotti certificati di filiera Toscani. E’ l’obiettivo del progetto “Filiera Toscana” promosso dal Consorzio Agrario Provinciale di Pisa che attraverso la partecipazione ai Progetti Integrati di Filiera (PIF) della Regione Toscana punta a costruire un percorso di filiera per commercializzare i prodotti del Made in Tuscany. Un vero e proprio store del gusto toscano con protagoniste le imprese della Provincia di Pisa, Livorno Siena e Firenze che avranno l’opportunità di un canale di venditaprivilegiato e diretto valorizzando così al meglio le fasi della filiera legate alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti toscani di qualità per la ristorazione e gli agriturismi (per informazioni Luca Balleri al 393/6891013 oppure scrivi a filieratoscana@gmail.com).

Gli obiettivi generali individuati – fa sapere il Consorzio Agrario Provinciale di Pisa attraverso il bando di adesione - intendono consentire una migliore visibilità delle produzioni del territorio, un più forte legame tra produzione e area geografica diappartenenza e un migliore apprezzamento economico dei prodotti nella sicurezza di una certificazione di filiera toscana.  La partecipazione delle imprese aderenti al progetto si realizza conl’impegno, da un lato a realizzare investimenti coerenti al raggiungimento degli obiettivi finali e dall’altro ad assicurare il conferimento di una quota di prodotto tale da soddisfare, in termini di varietà e di quantità concordate, la rappresentatività di tutte le esperienze e le specificità presenti sul territorio. I prodotti interessati riguardano la filiera del cerealicolo, latte, carne, miele, olio e vino. C’è tempo fino al 31 maggio per aderire.

Il PIF richiede un numero minimo di 15 soggetti aderenti, di cui almeno 5 partecipanti diretti, ed un importo di spese ammissibili superiore a 500.000 euro. A seguito dell’approvazione del PIF da parte della Regione i partecipanti diretti, su indicazione del Capofila, presenteranno le rispettive domande di aiuto sul sistema informativo di ARTEA secondo le modalità previste dal DAR e dai singoli bandi di misura.

Negli impianti di trasformazione e/o strutture di commercializzazione finanziati nell’ambito del PIF, le materie prime o i prodotti semilavorati utilizzati dovranno provenire, per almeno il 51% del quantitativo totale, dalle imprese agricole di produzione primaria partecipanti al progetto, sia direttamente che indirettamente, per la durata prevista nell’Accordo di filiera, fatte salve le cause di forza maggiore o circostanze eccezionali.

Operativamente, sarà richiesto a tutti gli operatori interessati di sottoscrivere un Accordo per la gestione dei rapporti commerciali interni, comprensivo dei riferimenti agli eventuali vincoli.

 

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