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Imprese High-tech, Pisa leader in Toscana: crescono addetti e investimenti

L'indagine condotta dalla Camera di Commercio mostra un andamento di crescita costante, caratterizzato da micro aziende soprattutto nel settore Itc. Prevista la conferma del trend positivo anche nel 2015: a rendere di più sono le aziende che innovano

Pisa realtà toscana dell'High tech. A certificarlo è l'analisi condotta dall’Ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio di Pisa sui dati dell'Osservatorio sulle Imprese high-tech della Toscana: su 1.568 aziende complessivamente censite a marzo 2015 in Regione, Pisa ne conta ben 288, rappresentando la seconda provincia dopo Firenze. Il fatturato stimato si attesta poco al di sopra del miliardo di euro e conta una forza lavoro di circa 6mila addetti su 45mila totali, terzo gradino del podio dopo Firenze e Siena, sedi di grosse imprese operanti nelle Life sciences.

Un high-tech, quello pisano, caratterizzato da una dimensione d’impresa piuttosto contenuta: il 59% delle unità locali pisane afferenti all’alta tecnologia è infatti rappresentato da micro aziende (sotto i nove addetti) ed un altro 34% non supera i 50 addetti. Ben 66 aziende high-tech della regione risultano poi costituite da ricercatori provenienti dall’Università di Pisa e dalla Scuola Sant’Anna, spin-off della ricerca pubblica.

Tra i diversi comparti la Information and Communication Technology la fa da padrone: delle 288 aziende censite, ben 125 afferiscono all'Ict, con un’occupazione complessiva 1.557 addetti solo di poco inferiore a quella della meccanica avanzata, le cui 49 unità locali occupano 1.700 addetti.

Più impiegati e fatturato consolidato. La crescita del numero di imprese afferenti all’high-tech pisano (+7 unità rispetto a fine 2013) fa il paio con quella degli addetti (+9,8% complessivamente). Ad aumentare sono sia gli occupati in attività di ricerca e sviluppo (+5,9%) che quelli laureati in materie scientifiche e tecnologiche (+3,0%), un fenomeno che porta ad un innalzamento delle competenze di cui le imprese high-tech pisane si sono dotate: su 6mila addetti complessivi quasi 3mila risultano essere ingegneri, tecnologi, biologi e ricercatori di alto livello in campo scientifico.

Il fatturato 2014 resta stabile, con andamenti anche molto differenziati sotto il profilo settoriale, ma cresce la capacità di monetizzare gli investimenti. Segnano infatti una variazione positiva la chimica (+2,7%), la meccanica avanzata (+1,8%), le life sciences (+0,9%) ed in modo contenuto l’Ict (+0,3%), mentre arretrano i servizi per l’innovazione (-0,4%) ma soprattutto l’elettronica-ottica (-3,5%) e l’energia e ambiente (-6,8%), che paga il rallentamento settore delle fonti rinnovabili. Se le imprese con fatturato in aumento sono state nel 2014 il 18%, tra le esportatrici la quota tocca il 25%, il 30% tra le innovatrici ed il 31% tra quelle con programmi di investimento in corso.

A fronte di una leggera contrazione della quota di imprese che hanno introdotto nuovi servizi o prodotti (dal 44% del 2013 al 37% del 2014) cresce la capacità di mettere a frutto lo sforzo innovativo: la quota di fatturato proveniente da nuovi prodotti e servizi passa infatti dal 18% del 2013 al 22% del 2014. Innovare porta quindi diretti risultati sui proventi dell'attività. Ecco quindi che le aziende dell’high tech pisano accrescono gli sforzi su questo fronte: il 92% delle aziende pisane effettua infatti attività di ricerca di base sperimentale (erano il 90% nel 2013), il 48% realizza attività innovative con Enti Pubblici di Ricerca ed il 34% partecipando a progetti di livello europeo o nazionale.

Le prospettive di crescita del fatturato dell’high-tech pisano (+2,6% la previsione per il 2015), influenzano le attività di investimento del prossimo triennio. Le tipologie di investimento che le imprese vorrebbero realizzare confermano la netta prevalenza per le attività generali di ricerca e sviluppo interna che dal 51% passano al 57%. Quanto alle tipologie di beni su cui le aziende pisane investiranno, prevalgono i prodotti immateriali (passati dal 22% al 27%) mentre i beni materiali saranno acquistati da un quarto delle aziende del comparto.

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