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Industria, la ripresa non si vede: cala la produzione dell'1,5%

Nel terzo trimestre 2015 l'andamento negativo di calzaturiero, pelli-cuoio ed elettrometalmeccanica affossa la ripresa mostrata sul nazionale, per quanto trainata da un boom dell'auto. Tiene il fatturato, ma solo verso l'estero

E' un trimestre difficile per l'industria pisana quello composto da luglio-agosto-settembre 2015. Il monitoraggio della Camera di Commercio ha registrato un calo la produzione dell'1,5%, con una riduzione dello 0,3% del fatturato che però cresce sul lato estero dello 0,7%. Bene invece la media-grande industria.

PRODUZIONE. Nel terzo trimestre 2015 l'andamento della produzione manifatturiera italiana porta un +1,7% che supera anche Germania (+0,7%) e Francia (+0,5%), una crescita però 'viziata' dall'incremento forte del mercato dell'auto, con un +49,2%. Si registrano invece cali tendenziali consistenti nei tradizionali settori del Made in Italy.

A causa di un mix settoriale sbilanciato verso il sistema moda, l'indagine condotta su di un campione di 139 unità locali manifatturiere pisane con oltre 10 addetti segnala l'ulteriore flessione della produzione dell'1,5% rispetto al medesimo periodo del 2014. Negative sono le performance delle calzature e del pelli-cuoio, cui vanno ad aggiungersi la contrazione dell’elettrometalmeccanica. Crescono invece gli altri settori manifatturieri all'interno dei quali sono presenti il vetro e la chimica-farmaceutica.

FATTURATO. Anche il fatturato segna una battuta d'arresto, -0,3%, con quello invece realizzato oltre frontiera che porta un +0,7%. Gli ordinativi continuano la loro fase discendente (-1,4%), ma anche in questo caso, quelli provenienti dai mercati esteri rimangono stabili rispetto allo scorso anno.

OCCUPAZIONE. Prosegue nel terzo trimestre, grazie agli incentivi fiscali, la crescita dell’occupazione: +2,3%. Il numero di occupati nell'industria manifatturiera pisana è stimato ancora un 15% al di sotto rispetto al picco pre-crisi (2008). Segnali contrastanti anche dalla cassa integrazione guadagni: le ore autorizzate scendono a quota 1,2 milioni ma, oltre un milione sono riconducibili alle componenti più problematiche come quella straordinaria ed in deroga. Altri segnali di come l'industria pisana non stia viaggiando a pieni giri vengono dal grado di utilizzo della capacità produttiva installata (sceso nel terzo trimestre 2015 al 73,2%, il valore più basso da inizio 2011) e dai giorni di produzione assicurata (67 giorni, il livello più basso degli ultimi dodici mesi).

GRANDE INDUSTRIA. Le unità produttive di maggiori dimensioni con oltre 49 addetti segnano i risultati migliori su molti fronti. Crescono, nel terzo trimestre 2015 tanto la produzione (+0,1%) che soprattutto il fatturato (+2,7%). Bene anche gli ordinativi (+0,9%), mentre l’occupazione cala lievemente (-0,6%). Le piccola industria (da 10 a 49 addetti) perde invece sia in termini produttivi (-3%) che di fatturato (-3,3%). Gli ordinativi delle piccole industrie lasciano sul terreno il 3%. 

SETTORI. Buona parte dei settori registrano, nel periodo luglio-settembre, una contrazione sia della produzione che del fatturato. Ancora una volta il peggior risultato è segnato dalle calzature (-4,7% la produzione e -5,1% il fatturato) seguito a ruota del pelli-cuoio che perde il 3,4% della produzione ed il 4,4% del proprio giro d'affari. Andamento differenziato, in ragione della sfasatura temporale tra produzione e fatturazione, quello della metalmeccanica-mezzi di trasporto ed elettronica che perde il 4,1% della produzione a fronte di una crescita del 2,7% del fatturato. Le altre manifatture, a Pisa soprattutto vetro, chimica-farmaceutica-gomma-plastica, accrescono invece la produzione dell'8,3% mentre il fatturato rimane tutto sommato stabile (-0,1%).

Il punto di vista del Presidente Valter Tamburini: "I dati che oggi diffondiamo segnalano come l'industria pisana stia ancora viaggiando a scartamento ridotto. Pesano, rispetto al più favorevole quadro nazionale, un diverso mix di specializzazione settoriale che al momento penalizza le aziende delle calzature e del cuoio. Tuttavia, le buone performance registrate sui mercati internazionali mettono in luce come il nostro tessuto produttivo abbia saputo sfruttare le favorevoli condizioni esterne quali l'indebolimento dell'euro e la flessione del costo delle commodities. Per cogliere al meglio questa occasione, è però indispensabile rafforzare la nostra presenza sui mercati esteri. Nel corso del Roadshow Ice tenutosi a Pisa lo scorso settembre stimavamo in 600 il numero di imprese che pur avendo tutte le carte in regola per internazionalizzarsi, non lo avevano ancora fatto. Per questo rinnovo l’invito alle imprese pisane ad utilizzare i servizi messi disposizione dalla Camera di Commercio attraverso l’Ufficio promozione ed internazionalizzazione quali il primo orientamento – Worldpass ed i corsi di formazione specialistica ma anche a partecipare alle fiere e agli incoming che organizziamo nel corso dell'anno".

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