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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Prodotti di qualità locale per le bancarelle del Duomo

Parte la campagna del Comitato Fornitori Souvenirs della CNA: visibilità e riconoscibilità per prodotti made in Tuscany

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Per esserci, ci sono, ma spesso non sono così visibili e riconoscibili.

Sono i prodotti locali fra i molti esposti sui banchi delle bancarelle del Duomo di Pisa che mettono in mostra souvenirs e gadgets per i turisti. E sta per partire una campagna di visibilità per questi prodotti. È la nuova iniziativa mossa dal Comitato Fornitori Souvenirs aderente a CNA Pisa per dare uno stop definitivo al coro di voci che li accusano di proporre "cianfrusaglie"sulle bancarelle in Piazza del Duomo. Sì, perché è una delle tante denunce che risuona nell'aria dopo la decisione da parte dell'amministrazione comunale di far spostare le 44 bancarelle dalla piazza che comporterebbe la morte lenta ma certa anche dell'indotto. Certo sono tutti prodotti low cost,  ma del resto è difficile immaginare gioielli di alta oreficeria  su una bancarella, dove non vanno per la maggiore prodotti ad alto valore aggiunto. Da queste constatazioni parte una campagna all’insegna dei prodotti locali per turisti globali.

Il Comitato Fornitori Souvenirs aderente a CNA di Pisa rilancia la sua azione avviata sul finire dello scorso anno, quando i produttori, con una esposizione dei prodotti locali (molto locali: sono prodotti del vero Made in Tuscany, tutti  realizzati in laboratori fra Pisa, Lucca e Firenze) venduti sulle famose bancarelle di Pazza del Duomo di Pisa, hanno avuto modo di dire: ci siamo anche noi!

E non è una presenza di poco conto : né numericamente poiché sono state censite dalla CNA di Pisa 20 imprese con 70 addetti complessivi, né qualitativamente per la presenza di molti oggetti che sono ideati e realizzati nel raggio di poche decine di chilometri dalla celebre torre pendente.

La missione dell’Italia è fare, “all’ombra dei campanili cose che piacciono al mondo” ma anche se non è il caso di scomodare il grande intellettuale Carlo Maria Cipolla, nel loro piccolo anche i produttori di souvenirs sanno di cosa si parla quando si scomodano parole come innovazione, stile e design.

Non a caso anche quando si è di fronte a produzioni delocalizzate, sempre toscano è il know how, l’ideazione, il modello e il disegno. Anche in questo caso “sfidiamo chiunque – dichiara il Comitato Fornitori Souvenirs - a citare un negozio, un supermercato, un magazzino dove non siano presenti merci provenienti dal lontano far east, a fianco di beni europei.

“Perché dobbiamo essere gli unici ad essere colpevolizzati perché vendiamo anche merci importate?” si domandano gli ambulanti, a cui risponde il coro degli artigiani : “ scusate, magari abbiamo diritto ad esistere anche noi! Siamo i sopravvissuti dello tsunami della delocalizzazione, eravamo uno dei primi paesi manifatturieri al mondo e siamo sempre meno, ma sempre più importanti. E proprio perché siamo rimasti, ci piacerebbe che almeno si smettesse di far finta di non vederci”.

Insieme ai rappresentanti della Commissione Mercato di P.za Duomo  è stato ipotizzato di avviare una campagna di comunicazione che punti a valorizzare la presenza di prodotti locali sui banchi delle strutture degli ambulanti con locandine, cartelli e che permettano di distinguere e valorizzare i prodotti locali, senza per questo penalizzare il resto dei prodotti. 

I portavoce del Comitato Fornitori Souvenirs Valentina Calò, Bruno Farese e Roberto Bertolini insieme ai rappresentanti della Commissione Mercato del Duomo, hanno elaborato le prime proposte operative per il lancio di questa nuova campagna da poter sfruttare per la stagione estiva . Ancora in via di elaborazione logo e slogan della campagna, che comunque starà nel solco del “prodotto locale per il turista globale”.

“ Il nostro obiettivo” dicono gli artigiani del Comitato “è di essere più visibili con i nostri prodotti. Se diamo valore al nostro lavoro, diamo valore anche alle altre merci esposte dalle bancarelle degli ambulanti. I nostri sono prodotti poveri da un punto di vista economico, ma dietro c’è un grande lavoro di ricerca, di ingegno, di intuizioni e di esperienza. Non si improvvisa dall’oggi al domani una piccolo oggetto che incontra i gusti del pubblico. E non a caso i nostri prodotti sono i più imitati da mercato. Nel nostro piccolo siamo degli innovatori, gli altri che magari poi fanno cose simili ci vengono dietro. Ma è nostra la capacità di stare sul mercato, di cogliere il vento, le sensazioni che i turisti si attendono da quel particolarissimo acquisto che è il souvenir; per definizione una cosa inutile, ma simpatica e capace però di evocare un ricordo piacevole. Un ricordo che proprio la piazza più bella del mondo e poche altri luoghi riescono a dare. Un souvenir si acquista in un luogo bello, in seguito ad una emozione, ad un sorriso. Questo è il nostro mercato e siamo noi e gli ambulanti a conoscerlo. E in più paghiamo le tasse e siamo in regola con tutte le norme: non è giusto esser dipinti come coloro che fanno cianfrusaglie. Le nostre imprese traggono una quota fondamentale dei propri fatturati dalle forniture di prodotti alle bancarelle del Duomo di Pisa, e se siamo competitivi  con le merci cinesi il motivo è che riusciamo ad innovare, ad avere una idea nuova prima degli altri, come il resto del made in Italy che tira su il nostro export ma che non è riconosciuto dalla politica né dalla burocrazia. A proposito ma qualcuno controlla le contraffazioni? Ci piacerebbe che il nostro stato ci aiutasse nella lotta alla contraffazione, che ci aiutasse a proteggere  il nostro lavoro dalle imitazioni selvagge, ma su questa battaglia siamo soli! ”.

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