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Economia

Partiti i saldi estivi, Confcommercio: "Necessario posticipare l'inizio"

L'associazione di categoria con la presidente Grassini invoca rispetto delle regole e norme uguali per tutti

Il giorno dei ribassi è arrivato. Iniziano oggi, sabato 6 luglio, i saldi estivi. Valgono circa il 12% dei fatturati fashion store, e secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media per l'acquisto in saldo di articoli di moda (abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, articoli sportivi e tessile per la casa) circa 224 euro per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro. Saranno oltre 15 milioni le famiglie che acquisteranno in saldo.

“Abbiamo ascoltato i nostri iscritti con un sondaggio ed è emerso in maniera inequivocabile la volontà della maggioranza assoluta di posticipare i saldi”. La presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Federica Grassini non ha dubbi ma ci tiene a precisare alcuni aspetti: “La questione metereologica non c'entra nulla, è una bufala, il problema è strutturale e si trascina da alcuni anni. Non è certo una contigenza di adesso, con il sopraggiungere dell'estate 2019, basta solo pensare ai saldi invernali che scattano pochissimi giorni dopo l'inizio della stagione fredda, azzerando l'opportunità di margini significativi. Per questo motivo, siamo favorevoli a posticipare l'inizio dei saldi, nell'ultima settimana di gennaio quelli invernali e nell'ultima settimana di luglio quelli estivi, ma certo non a partire da ora - precisa Grassini - perchè le imprese vivono di programmazione e ci sentiamo di respingere al mittente improvvisazioni dell'ultima ora e fughe in avanti. In autunno riporteremo questo argomento ad un tavolo nazionale per approvare questa richiesta che proviene dai nostri associati”.

“La sfida vera e il nostro auspicio - conclude Grassini - è che andando verso una regolamentazione e un ripensamento del saldo di fine stagione, così come della vendita promozionale, questo avvenga per tutti i canali distributivi in egual misura e non solo per il piccolo commercio. Naturalmente, a condizione che chi è preposto a far rispettare le regole, faccia il proprio dovere fino in fondo, evitando così i ben noti e diffusi fenomeni di concorrenza sleale. Sono certa che tutto questo andrà a produrre un maggiore equilibrio e migliorerà anche l'offerta media dei prodotti rivolta al consumatore finale”.

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