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Torna la musica sacra di 'Anima Mundi': Daniel Harding nuovo direttore artistico

Il festival che celebra la consacrazione del Duomo di Pisa a Santa Maria Assunta si terrà in città dal 7 al 20 settembre

Torna dal 7 al 20 settembre 'Anima Mundi', la rassegna Internazionale di Musica Sacra organizzata dall’Opera della Primaziale Pisana con il contributo della Fondazione Pisa e del Comune di Pisa, con il sostegno di Gi-Group agenzia per il lavoro. Il 26 settembre 1118 Papa Gelasio II consacrava la Cattedrale di Pisa a Santa Maria Assunta: novecento anni più tardi, Anima Mundi festeggia questa ricorrenza, con un cartellone che alterna negli ormai tradizionali sette concerti la conferma della sua vocazione a portare in Toscana le realtà più prestigiose della musica sinfonica e cameristica internazionale, e novità di grande rilievo.

La novità più rilevante è la nomina del nuovo Direttore artistico, Daniel Harding. Ancora una volta un direttore d’orchestra fra i più importanti di oggi, che succede a sir John Eliot Gardiner, alla guida della rassegna per dodici edizioni. Dopo essere stato Direttore principale della Mahler Chamber Orchestra, della quale è tuttora Direttore onorario, dal 2007 è Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio Svedese.

Martedì 24 luglio il direttore sarà a Pisa per presentare il programma della nuova edizione della rassegna. L’incontro si terrà alle ore 12 nel salone ex-affreschi del Camposanto di Pisa. 

Il programma

Un’altra novità è l’intensificarsi della valorizzazione dei gruppi giovanili che ha sempre costituito uno dei temi di Anima Mundi. Una linea presente già nel concerto inaugurale di venerdì 7, che impegnerà in Cattedrale, sotto la direzione di un maestro di grande esperienza nel campo della musica antica come Alfonso Fedi, l’Ensemble barocco e il Coro da camera, preparato da Francesco Rizzi, del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, accostando il nome supremo di Johann Sebastian Bach a un lavoro strettamente legato alla città e al suo Duomo, l’Inno per la Consecrazione della Chiesa del pisano Giovanni Carlo Maria Clari (1677-1754), per trent’anni maestro della cappella della Primaziale, e a un pezzo nuovo di zecca, di Andrea Baratti, classe 1994, da Foligno, vincitore della XI edizione del Concorso Internazionale di Musica sacra bandito da Anima Mundi.

Un evento eccezionale lunedì 10, con il consueto appuntamento con il pianoforte, che vede un solista illustre come Michele Campanella affrontare pagine di Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Schubert, Franz Liszt, alternando il fortepiano, strumento a suo tempo suonato da Liszt stesso, con uno moderno: la cornice sarà quella consueta del Camposanto, ma anche qui con una novità straordinaria, dato che il Totentanz, ispirato a Liszt dagli affreschi del Trionfo della morte durante il suo soggiorno pisano nel 1836, risuonerà proprio davanti al capolavoro attribuito a Buffalmacco, tornato quest’anno nella collocazione originaria, dopo oltre settant’anni di assenza e restauri lunghi e difficili.

Poi di nuovo in Cattedrale i giovani, con l’Orchestra Senzaspine di Bologna, espressa dall’associazione di oltre 450 ragazzi sotto i 35 anni, che mercoledì 12 eseguirà musiche di Antonio Vivaldi e Giovanni Battista Pergolesi in un programma dedicato alla Vergine. Dalla musica d’autore ai repertori di tradizioni remote spazia Celtic Baroque, che venerdì 14 in Camposanto impegnerà Vittorio Ghielmi, fra i più autorevoli solisti di viola da gamba di oggi, e del gruppo da lui fondato e diretto, che si ispira nel nome a una celebre espressione di Nicolò Paganini, Il Suonar Parlante.

Sabato 15, sempre in Cattedrale, sarà il turno del nuovo direttore artistico Harding, che alla testa della sua Orchestra della Radio Svedese affronterà uno dei capolavori di Anton Bruckner, la Sinfonia n.5 “Religiosa”, autentico monumento di fede e spiritualità. Martedì 18 si torna in Camposanto per ascoltare i Festival Strings Lucerne Chamber Players, formazione ristretta dell’ensemble di archi di uno dei festival più importanti d’Europa, alle prese con il Settecento di Mozart, l’Ottocento di Antonín Dvořák e il Novecento di Béla Bartók.

Una conferma irrinunciabile e graditissima per il concerto di chiusura, giovedì 20 settembre in Cattedrale, con il ritorno di sir John Eliot Gardiner e dei complessi che grazie a lui il pubblico di Anima Mundi ha imparato ad amare in questi anni, con uno dei pilastri più grandiosi e celebrati del repertorio sinfonico-corale, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.

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