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Una celebrazione per festeggiare la restaurazione della cappella Sant'Agata

Domenica 5 febbraio ricorre l'anniversario dei lavori effettuati dal Comune per la riqualificazione dell'antica chiesa

Per festeggiare un anno dalla riapertura della Cappella di Sant’Agata e l'intensa attività organizzata al suo interno daIl'Associazione Culturale Il Mosaico, domenica 5 febbraio alle 15 sarà celebrata da Monsignor Giuliano Catarsi la santa messa all’interno della Cappella, di proprietà del Comune. Era esattamente il 5 febbraio 2022 quando l’arcivescovo Monsignor Giovanni Paolo Benotto e il sindaco Michele Conti riaprirono dopo un lungo restauro la cappella di Sant’Agata, rimasta aperta poi in questo anno grazie all’attività di volontariato dell’Associazione Culturale Il Mosaico guidata da Riccardo Buscemi.

"In questi mesi abbiamo presidiato e garantito l’apertura dell’edificio sacro almeno una volta al mese - afferma Riccardo Buscemi - ogni ultimo sabato del mese, infatti, la cappella è aperta ai visitatori, turisti o residenti, una data fissa del calendario per non creare confusione tra gli operatori del settore e la cittadinanza, che troveranno sempre la cappella aperta e soprattutto 'arredata': a spese dell’associazione abbiamo infatti realizzato una copia del quadro originale proveniente dalla Cappella e oggi custodito nello studio del sindaco, oltre ad arredare con candelieri, candele e croce l’altare. Tutt’altro che disadorno l’interno, con queste nostre cure e attenzioni".

In aggiunta all’apertura dell’ultimo sabato del mese, l’oratorio è stato aperto per il ciclo di incontri mensili curati da Don Maurizio Gronchi 'Che cos’è la verità' nonché per i concerti che si sono svolti nel periodo primaverile e in autunno. Per la prossima primavera sono previste altre attività culturali. Uno spazio vitale dunque all’interno della città, a disposizione di tutti coloro che contatteranno l’associazione per lo svolgimento di iniziative consone con la sacralità del luogo (scrivere all'indirizzo ricbusc@tiscali.it o contattare il numero 3516327668).

Il culto di Sant’Agata arrivò a Pisa probabilmente dopo la liberazione di Catania dai saraceni: la prima attestazione certa è nel privilegio con cui il papa Onorio II il 21 luglio 1126 estese all’arcivescovo di Pisa l’uso del pallio nella solennità di sant’Agata, il 5 febbraio. Per quella festività e nei due giorni seguenti veniva esposto il preteso cranio della santa, tuttora conservato nella chiesa di San Paolo a Ripa d'Arno: l’evento suscitava ancora alla fine dell’Ottocento gran concorso delle madri impegnate nell’allattamento. L’importanza del culto è testimoniata proprio dall’oratorio ottagonale a lei intitolato, eretto nell’ambito del complesso monastico intorno alla metà del 12° secolo.

Nella nostra città a pianta ottagonale è anche la chiesa di San Sepolcro dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (ora di Malta), testimoniata dal 1138: la forma dei due edifici riprende sia il Templum Domini (come i crociati chiamarono la Cupola della Roccia sula spianata del tempio a Gerusalemme) sia l’edicola sopra il sepolcro di Cristo; ad essi si aggiunge il Battistero, iniziato nel 1152, che ripete le misure e il numero di sostegni dell’Anastasis di Gerusalemme, il luogo della sepoltura e della resurrezione di Cristo: a Pisa dunque, cosa che non accade in nessun’altra città, si ammirano ancora tre edifici strettamente legati a Gerusalemme, eretti a opera dell’architetto Diotisalvi, e mostrano come I rapporti con la Terra Santa, spesso visti in un’ottica esclusivamente commerciale, investivano in realtà ambiti molto più vasti, culturali e religiosi.

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