Belleville jazz quartet
“Esistono strutture del linguaggio, come no. Ma queste sono continuamente rotte, destrutturate e ricomposte da macchine desideranti alimentate dall'inconscio”
- Guattari, ne Machines et structures, 1969
Fattorizzare gli elementi irriducibili del linguaggio e con questi elementi giocare in maniera incontrollata, attraverso una “pratica assidua” del soggetto desiderante, infuocata dal desiderio e da una curiosità infantile.
Liberarsi delle regole che un linguaggio chiuso necessariamente si porta dietro e godere di questo spazio nuovo, uno spazio che permette di prendere quegli elementi irriducibili per praticare qualcosa di simile a una lallazione di linguaggi nuovi, sempre più adatti all'espressione dell'inconscio o addirittura alla sua rappresentazione.
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