Festa dell'Amaretto Santacrocese
Torna la Festa dell’Amaretto Santacrocese, il piccolo biscotto di mandorle dalla lontanissima tradizione monastica. E anche quest’anno, da consuetudine, la 24° edizione della Festa dell’Amaretto Santacrocese cade nel giorno dell’Immacolata Concezione. Nuova la location, almeno per la fiera che fino all’anno scorso veniva allestita in piazza, ma che l’8 dicembre 2016 sarà ospitata all’interno del Museo della Conceria (via di Pelle 26).
L'usanza natalizia è quella di realizzare dolcetti attingendo ad una ricetta elaborata ad inizi Ottocento dalle suore del locale Monastero di Santa Cristiana. Per ringraziare i benefattori, le suore impastavano infatti mandorle tritate, uova e zucchero con cui realizzavano piccoli coni golosi. Le mandorle erano quel poco di pregiato che ricevevano abitualmente dai parenti delle giovani converse di origine siciliana, mandate al nord ad abbracciare la fede. La ricetta poi oltrepassò le silenziose mura dell’istituto religioso, e presto anche i fornai e le massaie iniziarono a produrli in proprio, trasformando l’Amaretto nel tipico dolce natalizio di Santa Croce sull’Arno.
La festa inizia alle 9 del mattino con l’apertura degli stand, e si conclude alle 20 con una cena di gala che quest’anno tra i commensali avrà lo chef Simone Rugiati. In mezzo tanti eventi: i laboratori Slow Food (ore 10 e ore 16), il laboratorio dedicato ai bambini a cura di Ciaf Maricò per portare un messaggio di solidarietà ai piccoli terremotati (ore 10-20), la disfida fra amarettai con l’elezione del migliore al quale sarà consegnato il prestigioso trofeo 'Amaretto d’Oro'.
Trofeo che di anno in anno, come una gustosa Coppa del Mondo, passa di mano in mano custodito con rispetto dai pasticcieri e fornai (in tutto 5) che ancora portano avanti la tradizione. Quest’anno allo storico trofeo se ne affiancano altri due: 'Amaretto d’Antan' (ideato anni fa dalla condotta locale Slow Food per porre l’accento sulle ricette di famiglia) e il nuovissimo 'Amaretto Kid’s' (anche questo ideato da Slow Food per trasmettere la conoscenza delle proprie radici all’interno della scuola).