Arriva a Pisa 'Quando tu sei vicino a me' di Laura Viezzoli
Cosa ci fa una telecamera in un gruppo di sordo-ciechi? La regista Laura Viezzoli, già pluripremiata con il suo precedente 'La Natura delle Cose', sfida le convenzioni e ci guida nel centro vitale delle relazioni.
A maggio arriva in sala il suo 'Quando tu sei vicino a me', prodotto dalla napoletana Ladoc insieme a Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo e della Regione Campania per la distribuzione, con la collaborazione di Fondazione Film Commission Regione Campania. Premiato alla sua anteprima mondiale al Ji.hlava International Documentary Film Festival e presentato in Italia in concorso al 65.simo Festival dei Popoli, 'Quando tu sei vicino a me' prosegue il suo tour di proiezioni-evento che ha già toccato Marche, Lombardia e Campania e arruverà anche al Cinema Arsenale di Pisa, giovedì 26 maggio. Se un tema del film è il tempo per costruire relazioni, la regista sarà presente in sala, così come in tutte le date del tour, per dare l’occasione di creare un incontro e un dialogo con il pubblico.
'Quando tu sei vicino a me', da cui prende il titolo, è il verso di una celebre canzone di Gino Paoli. A cantarla, spesso e a squarciagola, è Milena, uno degli ospiti della Lega del Filo d’Oro, punto di riferimento in Italia per la valorizzazione di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Ed è proprio in uno di questi Centri che si inserisce la camera di Viezzoli, un microcosmo immerso nelle colline con una straordinaria concentrazione di linguaggi diversi. Durante l’arco di quattro stagioni, Milena e altri ospiti del Centro della Lega del Filo D’Oro di Osimo accompagnano la regista alla scoperta del loro mondo, una comunità dove il linguaggio verbale è solo uno dei tanti per esprimersi e, alla distanza di una mano, ci si scambia informazioni, si bisticcia, si impara e si scherza. E dove regna, a dispetto dei limiti fisici, una intensa vita affettiva e comunicativa. Il metodo Malossi, la LIS tattile, il Pittografico, l’oggettuale, il Tadoma e altri linguaggi individuali creati ad hoc al Centro, così come la macchina da presa della regista, diventano allora ponti fra le persone, passaggi attraverso cui costruire relazioni ed esplorare il mondo.