'Il negozio di altalene': spettacolo teatrale
Avete mai pensato di vivere in altalena? E di viaggiare in altalena? Sicuramente occupa meno spazio di una casa, o di una macchina, un treno, un aereo, ma ha un problema: rimani sempre fermo. Non ti sposti, resti comunque nello stesso posto.
Marco Polo, apre un'agenzia, dove racconta quando da bambino è riuscito a viaggiare senza mai spostarsi. Ispirato a 'Le città Invisibili' di Italo Calvino, 'Il Milione' di Marco Polo, 'Se Venezia Muore' di Salvatore Settis, 'Fondamenta degli Incurabili' di Iosif Brodskij e 'Morte a Venezia' di Thomas Mann, questo spettacolo è un inno al viaggio immaginario, al viaggio dei bambini, al viaggio più grande che possiamo fare e anche il più difficile; il viaggio dentro di noi.
Un avanti e indietro continuo, supportato e amplificato da un repertorio di canzoni popolari che vanno dal 1940 al 1970. Attraverso cosa? La memoria, la più grande altalena mai costruita.
Lo spettacolo gode anche della ricca collaborazione dell'associazione 120grammi, associazione pisana composta da giovani architetti pisani, nata per promuovere l'architettura e le iniziative per la salvaguardia dell'architettura e per un urbanistica responsabile.
Gli architetti di 120grammi, letto il testo e il mio progetto, si sono offerti con entusiasmo di progettare assieme a me le scenografie dello spettacolo, partendo dall'idea di un parco giochi. Il parco giochi, secondo noi, è la metafora perfetta di questa storia.
Marco Polo si sposta e viaggia su un'arrampicata (ispirata all'abitacolo di Munari); un viaggio statico ma immaginario, infinito e senza costi.
Regia di Luca Oldani.