Girl 1.0 con Laura Rossi a Cascina
GIRL 1.0
di e con Laura Rossi
disegno luci Valeria Foti
organizzazione Giulia Traversi
GIRL 1.0 è Alessia.
Alessia è un corpo che vive in uno spazio senza tempo.
Alessia ha ventisei anni, adora il rosa ed ha un sogno.
Per Alessia l'unico modo di essere è apparire.
Quanto si è disposti a perdere per raggiungere un'illusione?
Alessia è in una stanza. Non interessa sapere dove, né quando.
Costruisce il suo spazio, lo arreda con oggetti di colore fucsia, lo suddivide in quattro luoghi e vi agisce. Compie gesti quotidiani, come guardare la televisione, mangiare, cucinare, truccarsi, ricevere amiche, parlare al telefono e ballare.
Alessia ha un sogno e per coronarlo è disposta a tutto.
Alessia si muove da un luogo all'altro in un'ascesa di crudeltà ed efferatezza.
E da stanza di Barbie si trasforma in stanza della tortura.
Lo spettacolo nasce dalla necessità di indagare quanto e come la spettacolarizzazione della realtà violenti l'essere umano, soprattutto femminile, privandolo della libertà e della dignità, riducendolo a mera apparenza.
GIRL 1.0 non ha lo scopo di educare, né di fare morale, è piuttosto un'indagine sul pensiero che confina la donna a funzione di oggetto, di ornamento, di carne che stimola pulsioni sessuali. Non lo fa in modo convenzionale, ma utilizzando toni ironici e grotteschi, così da sottintendere una violenza senza sfociare nel realismo e agendo per metafore.
L'operazione di sterilizzazione dell'essere, che vuole trasformare Alessia in un corpo-marionetta stereotipato e ubbidiente, è affidata ad una suadente e persuasiva voce femminile fuori campo, che osserva e comanda Alessia. Aggiusta la protagonista (nel senso etimologico del termine di portare nel giusto e riparare l'oggetto guasto) la corregge, la priva di ogni possibilità di autodeterminarsi, la nutre di contraddittori luoghi comuni. L'orecchio di uno spettatore attento noterà come questa voce sia simile a quella di Alessia. Tale sovrapposizione di piani fornisce una doppia lettura: esiste davvero un'entità che scruta o è un'allucinazione di Alessia?
Entrambe le ipotesi sono corrette. E' il delirio, sia intimo sia estrinseco, generato dalla violenza della sopraffazione, conseguenza della preferenza dell'immagine alla cosa stessa, della rappresentazione alla realtà, dell'apparenza all'essere.
La patinata facciata della banalità nel corso dello spettacolo si trasforma in una miscela di cattiveria e psicosi. Di Alessia si ride, a volte si ha pietà, in certi momenti la si odia, in altri la si ama. Alessia è lo stereotipo, il cliché che tutti temiamo e critichiamo, incarna la tanto e universalmente paventata mediocrità.
Il registro, ora ironico, ora grottesco, non appesantisce e non banalizza la fruizione dello spettacolo che passa attraverso il riso ed il comico fino ad arrivare al pianto, al tragico, alla messa in discussione della vita stessa.
Come può essere riprodotto questo tema senza risultare una triviale parodia?
Come si può evitare qualsiasi forma di moralismo o buonismo?
A partire da questi interrogativi Laura Rossi scrive e mette in scena un lavoro che lo spettatore può percepire come uno specchio nel quale guardare se stesso.
GIRL 1.0 è tutto questo, è la rappresentazione della violenza, quella fisica e del pensiero sul corpo delle donne, sulla dignità di ogni essere umano.
Non c'è lieto fine, non c'è morale, non vince nessuno.
È la spettacolarizzazione della realtà.
Laura Rossi è un'attrice toscana, diplomata presso il CRST di Pontedera nel 2006 con M. Civica, D. Manfredini ed E. Cuppini. Ha collaborato con la compagnia pisana "I sacchi di sabbia", con "La città del teatro" di Cascina e parallelamente lavora autonomamente ai suoi spettacoli. Nel 2008 vince il premio Teatri Possibili (semifinale di Hystrio) e viene segnalata al Premio Hystrio alla Vocazione.
informazioni 050.3144886 biglietteria@lacittadelteatro.it