'Kaze Mononoke' in scena al Teatro Verdi
Un incanto da raccontare e soprattutto da vivere come l'hanami: la fioritura dei ciliegi incanta gli uomini che, estasiati, si lasciano cadere addosso i fragili petali spinti dal vento. Protagonisti sono il vento, Kaze, e i petali che, cadendo al suolo con una velocità di 5 cm al secondo, diventano, per la brevità della loro esistenza, per la delicatezza e il loro colore pallido, simbolo di fragilità e di bellezza estrema.
Un racconto poetico e lieve che gli interpreti scrivono sulla scena, uno spazio bianco ed essenziale dove, carezzati da una brezza costante, mutano se stessi rapidamente e continuamente, perché questo fa il vento, spinge qualsiasi cosa al movimento, anche i sentimenti e gli umori. Kaze Mononoke si divide in quattro capitoli, in un viaggio all'indietro a scoprire i ricordi dell'inverno, candido e quieto, dell'autunno che tinge tutto di rosso e di giallo struggente e melanconico, dell'estate luminosa, dolente e carica del canto delle cicale.