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Pannelli fotovoltaici sui tetti di Pisa per le 'Comunità Energetiche Rinnovabili'

L'amministrazione ha avviato il partenariato pubblico-privato per la realizzazione degli impianti

Il Comune di Pisa investe sulle 'Comunità Energetiche Rinnovabili'. La Giunta Comunale nell’ultima riunione ha approvato l’atto di indirizzo che impegna l’ente a valutare la proposta di partenariato pubblico-privato, avanzata tramite manifestazione di interesse da parte di un soggetto privato, per la realizzazione di impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili e di una comunità energetica rinnovabile nel Comune di Pisa. A presentare il progetto stamani 17 ottobre a Palazzo Gambacorti l’assessore ai lavori pubblici Raffele Latrofa, insieme al dirigente Fabio Daole e all’architetto Elena Pugi.

La Comunità Energetica Rinnovabile (Cer) è costituita da un gruppo di soggetti che si organizzano per produrre e condividere localmente l'energia prodotta da fonti rinnovabili. Ovvero una comunità locale di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali, con l’obiettivo di fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri. La regolamentazione delle comunità energetiche è contenuta prevalentemente all’interno del Decreto Milleproroghe, che recepisce le indicazioni della Direttiva Europea 'Renewable Energy Directive'. Il decreto stabilisce la possibilità di creare delle comunità energetiche rinnovabili in Italia, comunità il cui fine ultimo è quello dell’autoconsumo di energia. Secondo il decreto Mille Proproghe, a queste comunità può partecipare chiunque consumi energia, quindi privati cittadini, imprese, enti locali.

"Le Comunità Energetiche Rinnovabili - dichiara l’assessore ai lavori pubblici Raffaele Latrofa -  costituiscono un’occasione da cogliere al volo per investire sullo sviluppo economico, sociale ed ambientale della nostra città, puntando a sviluppare l’autosufficienza energetica e il risparmio economico a favore delle categoria di cittadini  più deboli. L’aspetto che ci interessa come Amministrazione è la possibilità di costituire le Comunità Energetiche Rinnovabili di tipo pubblico, in cui il Comune fa da capofila. Il contesto da cui partiamo è ovviamente l’emergenza ambientale, perché l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili permette di ridurre le emissione di anidride carbonica. Teniamo presente che l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 ad almeno il 55% al 2030 rispetto al 1990. In Italia, per il settore elettrico, rispettare questi target significa incrementare la quota di energia rinnovabile dal 45% circa ad oltre il 70% nel 2030. La Comunità Energetica Rinnovabile consente di autoconsumare istantaneamente l’energia prodotta dall’impianto, condividendo le eccedenze con gli altri membri della comunità, attraverso la rete esistente. In questo modo si estende la ricezione dei benefici economici all’intera comunità. La legge specifica, come unico vincolo, che si possono associare alla stessa comunità tutti coloro che stanno sotto la stessa cabina di alta e media tensione”.

"Per quanto riguarda i passaggi che portano alla creazione della Comunità - spiega l’assessore - il Comune ha già ricevuto la manifestazione di interesse, valutandola positivamente e dando mandato al dirigente Fabio Daole e al tecnico responsabile architetto Pugi di procedere con la progettazione. La parte successiva è quella di costituire la Comunità vera e propria, che deve avere un carattere no profit, e poi quella di realizzare gli impianti, per cui il Comune metterà a disposizione i tetti degli edifici pubblici in cui vengono installati gli impianti: edifici erp, palestre, scuole ed eventualmente parcheggi coperti. Quindi il soggetto, che nel frattempo si è aggiudicato la gara pubblica, realizzerà gli impianti a proprie spese. Il cittadino che partecipa alla Comunità, una volta entrata in attività, riceverà gli incentivi che sono erogati a conguaglio nella bolletta. Nel caso della Comunità Energetica pubblica con capofila Comune di Pisa, sarà il Comune a stabilire la ripartizione dei benefici, ovvero quali cittadini, secondo criteri che tutelano le fasce più deboli della popolazione, abbiamo diritto ad ottenere maggiori conguagli in bolletta".

"Il modello - conclude Latrofa - prevede un partenariato pubblico-privato dove, dopo la manifestazione di interesse già presentata e approvata, il Comune fornisce i dati relativi a tetti e strutture a disposizione, sulla base dei quali l’azienda prepara il progetto che poi viene approvato dall’Amministrazione. A quel punto il soggetto privato diventa il proponente del progetto, che ha il diritto di prelazione nella gara ad evidenza pubblica che viene emanata per la realizzazione del progetto. I soggetti privati possono partecipare, ma sempre all’interno di un consorzio pubblico. Tutti i costi di realizzazione e manutenzione degli impianti sono in capo al gestore, con costi pari a zero per il Comune, a meno che l’Ente non decida di investire fondi a beneficio di determinate categorie di cittadini. Per quanto riguarda i tempi, si può prevedere che, dalla presentazione della manifestazione di interesse, cioè dalla situazione attuale, ci vorranno circa 8 mesi per arrivare a installare i primi pannelli fotovoltaici. Siamo soddisfatti di affermare quindi che si tratta di un processo ormai avviato, che vedrà Pisa tra i primi Comuni in Toscana a dar vita ad una Comunità Energetica Rinnovabile, in linea con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea e con i progetti che sta portando avanati la nostra Amministrazione Comunale di uno sviluppo economico che sia sostenibile e sociale". 

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