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Qualità dell'aria: Pisa tra le 55 province italiane più inquinate

Lo sforamento dei limiti è dovuto alla centralina di Montecerboli. Migliore invece la situazione in città dove le emissioni sono rimaste all'interno dei limiti di legge: "Dobbiamo comunque essere preoccupati"

Pisa è tra i 55 capoluoghi di provincia italiani che, nel 2018, hanno superato almeno uno dei limiti giornalieri previsti per Pm10 o per l’ozono. E' quanto emerge dal dossier 'Mal'Aria 2019', elaborato da Legambiente prendendo in considerazione i dati forniti all'associazione dai vari enti territoriali. Nel dettaglio la nostra provincia, negli scorsi 12 mesi, ha superato in 32 occasioni il limite quotidiano previsto dalla legge per quanto riguarda l'ozono (i giorni di superamento del limite consentiti sono in tutto 25 all’anno), mentre non risultano sforamenti per quanto riguarda la Pm10. Insieme alla città della Torre anche altri capoluoghi toscani come Lucca (61 giorni), Firenze (45) Grosseto (44) e Pistoia (27).

"Nella nostra provincia - spiega per Legambiente Pisa Roberto Sirtori - le centraline di monitoraggio sono poche, in tutto 4/5. Lo sforamento dei limiti è riferito alla centralina di Montecerboli. A Pisa città le centraline sono invece due (nel quartiere I Passi e in piazza Del Rosso) e l'inquinamento atmosferico in questo caso è rimasto nei limiti previsti dalla legge per entrambi i parametri. Non possiamo comunque stare tranquilli. Al contrario, abbiamo motivi di preoccupazione". 

"Ad esempio - prosegue Sirtori - la centralina posta in piazza Del Rosso, pur trovandosi in un'area ben ventilata, segnala nei primi 14 giorni di gennaio ben 9 superamenti per le Pm10 del valore di 50 μg/metro cubo, quando la norma vigente consente 35 giorni in un anno (norma permissiva, visto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica come valore massimo soli 3 giorni). Ricordiamo che restare sotto i limiti di legge non ci garantisce: il danno alla salute è proporzionale al carico inquinante nell'aria, più inquinanti più danno, sopra o sotto il limite".

Per risolvere il problema - che per Legamebiente "sarebbe alla base di oltre 60mila morti premature in Italia (dati 2015 della EEA, Agenzia europea per l'ambiente)" -  secondo l'associazione ambientalista, bisogna affrontare le cause "a partire dal traffico veicolare, una delle principali sorgenti di inquinamento atmosferico", potenziando anche il trasporto pubblico. Nel dossier si sottolinea comunque come "nonostante le difficoltà e inadempienze del nostro Paese davanti alla sfida che l’attende ci sono città che cominciano a praticare forme di mobilità nuova. A Bolzano, Firenze, Pisa, Torino, Milano, Bologna e Venezia più del 50% degli abitanti cammina, pedala, usa i mezzi pubblici".

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