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Accorpamento Province: il Consiglio Comunale non si arrende

Venerdi scorso la maggioranza del Consiglio Comunale di Pisa ha appoggiato le posizioni del sindaco Filippeschi sulla questione Province, contrariato per le nuove decisioni prese dal Senato

Venerdì scorso il consiglio comunale di Pisa ha approvato all'unanimità l'ordine del giorno, proposto dal sindaco Marco Filippeschi, per continuare ad opporsi ai nuovi  criteri di legge per l'individuazione del capoluogo di Provincia. Con la nuova riforma il Senato ha cambiato le carte in tavola, rispetto ai criteri proposti nella deliberazione del Consiglio dei Ministri, il 20 luglio scorso.

"Trattandosi di unificazione delle Province in enti di dimensione territoriale più vasta - si sottolinea nel documento pisano - per la scelta del nuovo capoluogo è in tutta evidenza logico e appropriato il criterio riferito alla popolazione residente della provincia, come era alla base della delibera del Consiglio dei Ministri".

Alla seduta consiliare hanno partecipato anche consiglieri che indossavano la maglietta raffigurante la croce pisana o la scritta 'Repubblica di Pisa', e tutti i gruppi politici hanno condiviso il documento e difeso la "centralità di Pisa". Presente anche la presidente del consiglio provinciale di Pisa, Consuelo Arrighi, che ha illustrato le prossime mosse della Provincia: "Il dibattito che si è levato intorno a questa vicenda evidenzia quanto sia ancora sentito il ruolo delle Province dai cittadini non tanto per il campanile, quanto per le funzioni che dovranno essere riassegnate nel riordino delle stesse. Da queste derivano le competenze che sono poi decisivi per lo sviluppo dei singoli territori".

Sempre sulla questione del riordino delle Province, la segretaria del Pd di Grosseto, Barbara Pinzuti, afferma in una nota che "il riordino può essere occasione d'innovazione istituzionale, il cui obiettivo siano la semplificazione e l'efficacia dell'azione amministrativa", tuttavia "una riforma di questo tipo non può essere fatta calcolatrice alla mano, come semplice sommatoria di km e cittadini".

"È positivo - prosegue Pinzuti - che sia stato assegnato alla Regione il governo del processo di riordino, ma riteniamo anche che non si possa sostituire un centralismo (quello statale) con un altro (quello regionale)". La Pinzuti ha osservato come l'individuazione del livello di area vasta, riproposto dal presidente Enrico Rossi in questi giorni, contraddica i processi di regionalizzazione realizzati in questa legislatura. Secondo la segretaria del Pd i procedimenti per portare avanti progetti dei servizi pubblici, come acqua e trasporti, avrebbero esautorato proprio le aree vaste dal ruolo di programmazione e coordinamento.

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