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Appalti, nuovo contenzioso per il Comune: "Rischio di altri costi per 2,5 milioni"

Dopo le ex-Stallette e il parcheggio di Piazza Vittorio Ucic-Prc denuncia il caso della residenza studentesca di via F. da Buti, dove è in corso un contenzioso che se il Comune perderà dovrà sborsare altri 2,5 milioni di euro per l'opera

Possibile danno economico per il Comune a causa di una gestione non corretta di un appalto immobiliare. La denuncia del nuovo caso arriva da Una città in Comune-Rifondazione Comunista e riguarda la residenza sperimentale studentesca in via Francesco da Buti, vicino Piazza Guerrazzi. Il rischio è che Palazzo Gambacorti debba pagare circa 2,5 milioni di euro a causa di errori nella progettazione, a cui ha dovuto far fronte l'impresa costruttrice che quindi ha citato in giudizio l'ente territoriale.

"La realizzazione della residenza – spiega la lista – è stata appaltata a fine 2008 e conclusa, con due anni e mezzo di ritardo, a fine 2012. Poche settimane fa la Peba, ditta realizzatrice, ha citato in giudizio il Comune per un contenzioso sui costi dell'opera. Appena consegnato il cantiere infatti si sono verificati i primi problemi a causa di una situazione del sottosuolo differente da quella posta a base della progettazione preliminare: si è scoperta ancora una volta la presenza della falda nel sottosuolo pisano. Ancora più grave risulta la 'scoperta' del collettore fognario di Pisa sud. Come è possibile che il Comune di Pisa non ne fosse a conoscenza?".

Da qua la rivalutazione dei costi dei lavori, lievitati in virtù di "12 Riserve presentate all'Amministrazione che sommate insieme ammontano a quasi 2,5 milioni di euro di maggiori lavorazioni, anticipo spese, e altro ancora". Un conto salato, presentato al termine dei lavori, che ha poi fatto iniziare il contenzioso.  "Come è possibile – commenta Ucic-Prc – che il Comune non si sia accorto di tutto questo durante i lavori? Nel caso in cui avesse ragione il privato, il Comune dovrà reperire quella somma nel suo bilancio sottraendoli ad altre voci: che sommati a quelli relativi a Piazza Vittorio Emanuele (2,9 Milioni) fanno quasi 5 Milioni e mezzo da trovare".

La situazione sarebbe poco chiara anche per un altro aspetto. "Tra le denunce della Peba c'è quella per cui non solo l'Amministrazione ha gestito superficialmente tutta la fase di adeguamento e revisione delle lavorazioni, ma poi, una volta concluse, avrebbe tentato di 'risanare' la situazione con verbali retrodatati, che la ditta si sarebbe rifiutata di firmare. Se questo venisse confermato sarebbe di una gravità inaudita e metterebbe in discussione non solo l'operato di un singolo funzionario, ma dell'intera macchina amministrativa che gestisce l'esecuzione delle opere pubbliche".

Per il gruppo consiliare serve chiarezza, e prima dell'udienza fissata il prossimo 21 ottobre. "La situazione è allarmante da un punto di vista politico e della capacità di governo. Porteremo subito la questione all'attenzione del Consiglio e della Prima commissione di Controllo e Garanzia, perché comunque siano fatti tutti gli accertamenti del caso e si capisca come sia stata possibile una gestione tanto superficiale dell'appalto".

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