Palazzo ex Telecom, ecco il nuovo bando di gara: opposizioni ancora all'attacco
Lunedì verrà pubblicata la procedura per la ricerca del miglior offerente. Ucic, Ncd, M5S e Sel: "Vicenda paradossale e gestita con evidenti forzature. Ci chiediamo quale sia la logica di tutta questa operazione e qual è il 'guadagno' del Comune"
Un nuovo bando per la vendita del palazzo ex Telecom, l'edificio di proprietà comunale che si trova in Piazza Facchini. Dopo quello pubblicato nei mesi scorsi, conclusosi con la non aggiudicazione dell'immobile a causa di un'offerta, quella di Fondazione Pisa (5,2 milioni di euro, l'unica pervenuta), ritenuta troppo bassa, lunedì verrà pubblicata una nuova procedura per la ricerca del miglior offerente. Ancora una volta la base d'asta è di 6,2 milioni di euro. "Questa volta - afferma il consigliere comunale di Ucic, Ciccio Auletta - il bando prevede però la possibilità di prendere in considerazione offerte con un ribasso fino al 3%. Si tratta di una decisione singolare se consideriamo che nella prima gara il ribasso massimo previsto era del 20%".
Una scelta, quella del Comune, che scatena ancora una volta le polemiche, con le opposizioni che vanno all'attacco. "Il 20% di ribasso del primo bando - spiega Raffaele Latrofa, consigliere di Ncd - corrispondeva a circa 1,2 milioni di euro. Il 3% del secondo bando corrisponde invece a circa 180mila euro. La differenza è di più di un milione di euro. Ora la domanda sorge spontanea: come è possibile che lo stesso edificio venga valutato dal solito ente in modo così diverso ad appena un mese di distanza?".
La risposta secondo Auletta è che il "primo bando era stato fatto ad hoc perchè il palazzo fosse venduto alla Fondazione Pisa". Secondo il consigliere di Ucic l'aggiudicazione dell'immobile alla Fondazione Pisa non sarebbe avvenuta solo per un conflitto di responsabilità. "L'Amministrazione - afferma Auletta - non si è espressa sulla congruità dell'offerta della Fondazione, scaricando di fatto tutta la responsabilità sul dirigente Guerrazzi".
Ma le anomalie non finiscono qui. Lo stesso Guerrazzi, autore sia del primo bando sia di quello che verrà pubblicato lunedì, avrebbe infatti spiegato in un verbale che l'aggiudicazione dell'immobile non sarebbe avvenuta in quanto "il bando di gara è rimasto pubblicato solo 22 giorni, quindi un tempo non sufficiente a garantire la partecipazione di altri soggetti". In un secondo verbale il dirigente spiegherebbe invece che l'offerta pervenuta dalla Fondazione Pisa, essendo l'unica, "seppur conforme a quanto previsto dal bando di gara non può essere confrontata con altre offerte".
"Siamo di fronte ad una situazione paradossale - affermano Simonetta Ghezzani, consigliere comunale di Sel, e Elisabetta Zuccaro, capogruppo in consiglio comunale del M5S - in cui il dirigente in sostanza fa autocritica, contestando il bando da lui stesso redatto. Tra l'altro stiamo parlando di un immobile che il comune ha a suo tempo acquistato e ristrutturato per più di 6 milioni di euro. A questa cifra va poi aggiunto il costo per il trasferimento degli uffici comunali nei palazzi Mosca, Cevoli, Gambacorti e Pretorio, e l'adeguamento dei locali: un costo che si aggira intorno ai 6,8 milioni di euro. Tutta la vicenda è stata gestita con delle evidenti forzature. Ci chiediamo quale sia la logica di tutta questa operazione e qual è il 'guadagno' del Comune".