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Base militare a Coltano: Bruxelles risponde alla segnalazione di Una città in comune e Rifondazione Comunista

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

La Direzione Generale dell’Ambiente della Commissione Europea sta esaminando la denuncia contro la realizzazione della nuova base militare a Coltano, denuncia che Una città in Comune e Rifondazione Comunista avevano inviato lo scorso primo giugno.

L'idea della segnalazione all'Europa, redatta in collaborazione con la Clinica legale “Salute ambiente e territorio” dell’Università di Perugia, era nata dal fatto che, secondo la nostra coalizione rappresentata in consiglio comunale da Ciccio Auletta, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, dello scorso marzo, che aveva dato il via a questa nuova infrastruttura militare, è in contrasto con il diritto stesso dell’Unione.

Il capo unità "attuazione in materia ambientale" Ion Codescu ha scritto al nostro consigliere per informarlo che "i Servizi della Commissione Europea esamineranno la sua denuncia sulla base della legislazione applicabile dell’Unione Europea e la DG Ambiente la informerà dell’esito dell’esame e delle eventuali misure adottate".

Nella denuncia viene evidenziata la violazione del diritto europeo in materia ambientale che, a cominciare della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea, prescrive la salvaguardia e il miglioramento della qualità dell’ambiente (art. 37), a tutela della salute umana e nel rispetto del principio di precauzione, subordinando la realizzazione delle politiche nazionali ed europee al rispetto del principio di sostenibilità ambientale (artt. 11, ‪191-193 del Trattato sul funzionamento dell’UE) e della conservazione degli habitat naturali (direttiva 44 del 1992). La segnalazione alle istituzioni europee parte dal presupposto che il legame indissolubile tra l’ambiente e le comunità che lo abitano non possa essere ignorato o sacrificato per qualsivoglia ragione d’ordine economico o militare.

"Attendiamo ora con fiducia – dicono da Una città in comune e Rifondazione Comunista - le valutazioni della Commissione Europea e l’eventuale procedimento di infrazione nei confronti del nostro Governo. Al contempo rilanciamo le mobilitazioni e le iniziative del Movimento No base contro un progetto devastante per il nostro territorio, di cui chiediamo l’immediato ritiro".

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