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Bilancio di previsione 2015, che disastro per i cascinesi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Bilancio di previsione 2015, che disastro per i cascinesi. Tutti siamo ormai consapevoli del fatto che nelle casse comunali ci sono sempre meno soldi, ce lo ripetono ogni volta che vogliono giustificare un aumento delle imposte. Allora come si spiegano gli sprechi previsti dall’amministrazione di Antonelli nel bilancio di quest’anno e che ammontano a più di un milione di euro? Mancheranno i fondi per migliorare le scuole e, addirittura, per renderle salubri per i nostri bambini. Basterebbero 40mila euro per togliere l’amianto nelle scuole, luogo in cui ogni piccolo cascinese dovrebbe essere al sicuro. La nostra amministrazione invece ha preferito altro.

Sono previsti: 7mila euro per il transennamento del mercato; 50mila euro da spendere per affidare a tecnici esterni al comune incarichi di progettazione che potrebbero svolgere persone già dipendenti che, quindi, non farebbero spendere un centesimo di più; per gli arredi urbani si sono trovati 10mila euro; le somme destinate a fondi civici e chiese ammontano a 50mila euro (e ancora dobbiamo capire che cosa sono); per una mini pista ciclo pedonale lungo la Tosco Romagnola, progetto nobile ma se incompleto inutile e poi forse non urgentissimo in un momento come questo dove ci sono esigenze ben più imminenti, si destinano 570mila euro; altri 120mila vanno alla sistemazione (poi vedremo a cura di chi) dell’orto botanico abbandonato da anni e, infine, 300mila euro sono solo per la messa in sicurezza della ex fornace Barca di Noce. Solo per citare alcuni esempi clamorosi.

Poi, vorremo aggiungere che il collegio dei revisori ha auspicato una riduzione della spesa corrente agendo, ove possibile, sulle spese del personale. E cosa fa l’amministrazione cascinese? Assume altro personale e spende, solo per l’Ufficio del Gabinetto del Sindaco, cioè due stipendi in pratica, ben 156mila euro. Ma la sorpresina per i cascinesi è nel modo in cui si troveranno i fondi necessari per queste spese che ammontano a più di tre milioni e mezzo di euro (3.653.101,65)? Semplice. Con Imu e Tasi, che aumentando dal 2,2 al 3.3 per mille, farà incassare 1.338.600 euro dalle tasche dei cittadini e altri 850mila euro dovrebbero arrivare con le contravvenzioni municipali. Sembra incredibile, ma la previsione fatta è che le entrate raddoppino rispetto a quanto incassato lo scorso anno per gli errori dei guidatori, e cioè 300mila euro. Noi abbiamo invece una diversa proposta, che speravamo potesse essere discussa e valutata nei contenuti.

Ad esempio, inserire nel programma di vendita strutture insostenibili come la Fornace Barca di Noce, l’edificio dell’ex Pretura, il Politeama e l’ex asilo di San Frediano a Settimo. Aggiungere a questo programma di alienazione altre partecipate in perdita, o che non portano niente di buono al Comune ed ai cittadini, come le tre farmacie comunali di Titignano, Latignano e Musigliano, che dopo aver consolidato la presenza ed il servizio sui territori delle frazioni potrebbero essere gestite meglio e più efficacemente da soggetti privati, facendo capitalizzare l’investimento al Comune. Con questi e altri accorgimenti si sarebbe evitato di ‘spennare’ ancora di più i cascinesi e di spendere i fondi disponibili in iniziative e progetti necessari e urgenti: niente ad esempio è previsto in termini di azioni per il rilancio di occupazione e sviluppo del territorio.

Ma come al solito, la giunta guidata da Antonelli va avanti con il para occhi senza ascoltare ciò che hanno da dire voci fuori dal suo, ristrettissimo coro. In periodi di crisi è necessario che la politica sia maggiormente attenta, maggiormente oculata e perciò questa amministrazione dovrebbe confrontarsi ed ascoltare le proposte e le iniziative del Terzo Polo, che spesso sono state scomode ma quasi sempre risultate veritiere. Un’amministrazione seria e qualificata sa amministrare un territorio assieme all’opposizione.

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