rotate-mobile
Politica

Unione Valdera: "Borgomastri, diffidate del pifferaio magico!"

Alcune riflessioni sulla possibile nuova unione dell'alta valdera con Peccioli a capo dell'area

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Come volevasi dimostrare, la "riunione congiunta" dei consiglieri comunali dell'Alta Valdera, di giovedì scorso, è servita unicamente a procurare una parvenza di legittimazione e coinvolgimento delle minoranze consiliari nella scelta dei sindaci di Peccioli, Terricciola, Chianni e Lajatico, di uscire dall'Unione a 12 per fondare una nuova Unione a 4. Il minimo sindacale, insomma, per poter affermare di aver seguito un percorso democratico e largamente condiviso verso il nuovo ente di secondo livello: l'Unione dei Comuni dell'Alta Valdera. Ente il cui annuncio è trapelato sulle pagine dei quotidiani prima ancora che ne fossero informati i legittimi rappresentanti dei cittadini, a cui compete la responsabilità giuridica della ratifica.

Rimane desolante il vuoto spinto di motivazioni ufficiali con cui questo percorso è stato seguito e soprattutto la fretta inspiegabileche lo ha guidato.

I quattro sindaci non hanno saputo fornire un solo dato numerico, nessun indicatore, né aggregato né di dettaglio. Non un solo esempio concreto di confronto tra i costi di un servizio unificato e quelli del medesimo servizio gestito individualmente o in un consorzio ristretto. Da anni i cittadini vengono catechizzati dal sistema politico italiano (e toscano in particolare) sull'importanza di creare sinergie, sull'efficacia delle economie di scala nel rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione, allo scopo di reperire risorse per erogare servizi migliori. E ora, improvvisamente, si scopre che 4 è meglio di 12, cosa su cui peraltro non abbiamo mai dubitato.

Laddove i numeri latitano, alle affermazioni generiche ("il complesso meccanismo di ripartizione dei costi, compreso quello per il personale, è alla base della nostra volontà di staccarci dall'Unione") si alternano gli esempi del buon senso spicciolo: una gestione unificata, da Bientina a Lajatico, dei servizi cimiteriali è evidentemente poco sensata. Non mancano, poi, gli slogan ad effetto: l'efficienza si ottiene unificando davvero i servizi, non con i "servizi in condominio". Ma in soldoni, di numeri non se ne vedono. Semplicemente perché non ce ne sono, tanto che la sola ripartizione di debiti e crediti reciproci, tra chi va e chi resta, richiederà svariate settimane di lavoro al Direttore dell'Unione Valdera.

Per quale motivo, dunque, tutta questa fretta? Per quale motivo non dichiarare esplicitamente (e legittimamente), per tempo, qual era il disegno politico finale che si intendeva perseguire? Per quale motivo non intraprendere questo percorso alla luce del sole, procurandosi e procurando all'opinione pubblica le evidenze dei vantaggi di questo disegno?

Ci è stato risposto, giovedì sera, che all'interno dell'Unione [Valdera] ci è stato imposto il silenzio esterno, che un dibattito pubblico ci è stato impedito. Impedito come? È dunque questo il livello di democrazia che vige nel Partito che si fregia, anche nel nome, di essere democratico?

Ma quand'anche fosse - e non abbiamo difficoltà a credere che ci siano state pressioni per celare un acceso dibattito interno - quale arma di coercizione poteva mai essere usata contro chi aveva deciso comunque di abbandonare l'Unione? Che tipo di ritorsione sarebbe mai potuta essere esercitata su chi ormai non sentiva più alcun vincolo di fedeltà verso la Bassa Valdera?

La realtà è evidentemente ben diversa da quella narrata dal pifferaio pecciolese. E benché giovedì sera fosse attorniato da tre fiati comprimari, il piffero rimane pur sempre, per sua natura, strumento solista (tant'è che i veti del Partito non hanno impedito, in quest'ultimo anno, il botta e risposta di assoli striduli, tra Peccioli e Pontedera). La verità la si percepisce dall'unica giustificazione, sebbene solo parzialmente credibile, alla fretta che ha condotto alla spaccatura definitiva, ovvero il timore della fusione forzata con Pontedera.

Che la Regione sia davvero in grado di imporre con la forza la fusione a centinaia di piccoli comuni toscani è tutto da dimostrare. Di certo ha già dato prova di esserne capace, in qualche caso sporadico. Ma le battaglie si vincono sul campo, e tutto dipende dalle resistenze locali che si troverebbe ad affrontare. Una cosa però è certa: dei quattro borgomastri secessionisti, l'unico che non ha espresso un secco NO a qualunque ipotesi di fusione (a 12 come a 4), l'unico che sembra dare per scontato che una fusione sia inevitabile e l'unica cosa che si possa cercare di indirizzare è semplicemente il numero dei comuni coinvolti, è lui: il pifferaio di Peccioli. Non sarà dunque che il vero disegno che si cela dietro la costituzione dell'Unione a quattro sia quello di allargare i confini pecciolesi? Non sarà che la fusione coi comuni limitrofi, fortemente voluta nel 2013 (con Capannoli e Palaia) e miseramente fallita per volontà popolare, rimane ancora (oggi con Terricciola, Chianni e Lajatico) l'obiettivo vero di tutto questo tramare? E magari, memore degli errori del recente passato, non sarà che questa volta il pifferaio ha trovato il modo di allontanare da sé il sospetto impopolare di perseguire la fusione, continuando comunque a suonare la melodia che finirà inesorabilmente per condurre l'Alta Valdera verso il sultanato di Peccioli?

Cari borgomastri, diffidate del pifferaio magico!

Peccioli, 26 aprile 2016.

Lista civica Un Comune per Tutti

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Unione Valdera: "Borgomastri, diffidate del pifferaio magico!"

PisaToday è in caricamento