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Carlo Colombo: i Cobas vicini ai lavoratori

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday
Cosa si cela dietro ai motivi tecnici, organizzativi e produttivi che hanno portato al licenziamento di 68 operai nella fonderia Carlo Colombo?
Intanto è bene utilizzare le parole giuste, la riduzione di personale riguarda la totalità del personale (incluso il direttore) che opera nel sito di Ospedaletto, in sintesi la fabbrica (di lavorati in rame) chiude e licenzia. Una fabbrica nata nel 1947 che nel 2009 riunisce sotto il nome di Carlo Colombo spa le sue tre fabbriche ove fino ad oggi lavoravano in 250.
La proprietà della Carlo Colombo è detenuta da banche e istituti finanziari per i quali il lavoro è  solo una variabile dipendente dai loro profitti, quindi giudicando improduttiva l'attività , con gli ultimi anni  trascorsi  nella assoluta incertezza tra contratti di solidarietà e cassa integrazione,  hanno deciso di chiudere la produzione
L'impegno delle istituzioni di aprire un tavolo istituzionale in regione arriva con mesi di ritardo perché le lettere di licenziamento arrivano dopo mesi di lenta agonia, un anno trascorso in attesa di risposte e di un piano di rilancio rilevatosi poi di sola dismissione
La fonderia di Ospedaletto ha impianti moderni che potrebbero essere utilizzati per anni, di certo  si guarda al mercato asiatico dal quale  i semilavorati in rame  arriveranno a costi inferiori pagando la manodopera locale meno di 3 euro all'ora.
I Cobas sono a fianco degli operai della Carlo Colombo . Chi da mesi , come il presidente del Consiglio, parla di ripresa economica, dimentica le decine di fabbriche \aziende che stanno chiudendo anche per l'assenza di investimenti tecnologici e per la delocalizzazione di interi rami produttivi
I tavoli istituzionali non potranno limitarsi alla riduzione del danno e qualche elemosina da erogare a chi perde il posto di lavoro. Quanti oggi speculano in borsa e in finanza sulla pelle dei lavoratori debbono essere perseguiti con forza destinando i proventi delle loro speculazione agli operai che hanno messo a casa
Per questo ben venga l'impegno di Comune e Regione ma servono fatti e soprattutto la volontà politica di far pagare ai padroni la chiusura delle loro aziende sul territorio
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