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Caso Buscemi, Sinistra Italiana: "La cultura dell'odio non basta? Aggiungiamoci le minacce"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday
Mica poteva mancare una nuova tappa della tragicommedia di Andrea Buscemi. Nelle puntate precedenti, avevamo lasciato l'indomito neo-assessore tutelato dal silenzio omertoso della giunta e dall'indifferenza della maggioranza verso i temi sollevati da parti politiche, sociali, da una petizione sottoscritta da oltre 40mila cittadine e cittadini. Il turbinio degli insulti con cui il Buscemi continua ad omaggiare la Casa della Donna di Pisa, tuttavia, si arricchisce oggi di una nuova, fenomenale uscita. Il nostro Eroe, deluso da un'estate dove non ha potuto offendere spregiudicatamente quella QASBAH in cui, secondo lui, s'è trasformata la città, ha deciso di tornare a spargere un po' di piccante nel dibattito pubblico. No, il nostro Eroe non poteva contenersi. Non poteva solo dare delle "arzille attiviste" o "giovani indottrinate" alle numerose donne che si battono da mesi per le doverose dimissioni del Buscemi. No, ci voleva il tocco di classe.
Va bene, ora facciamo i seri.
Andrea Buscemi è passato in pochissimo dalla cultura della violenza, ammantata di pathos e chiusa nelle barricate del Palazzo, alle minacce. Il suo recente intervento video ha il sapore del manganello ed è pienamente in linea con la cultura del suo capo nazionale, Matteo Salvini. Buscemi esige la rimozione dei vertici dell'associazione Casa della Donna e chiede al sindaco di verificare l'erogazione di contributi pubblici poiché le ritiene incapaci di decodificare la violenza maschile.
A parte il pulpito da cui viene la predica, a parte la totale noncuranza verso l'autonomia dell'associazione, tali parole costituiscono un passo ulteriore e violento con cui un amministratore della nostra città scarica le proprie responsabilità, additando nemici e nemiche che, in realtà, chiedono solo dignità e moralità.
La moralità di lasciare un incarico, la dignità di assumere la responsabilità delle proprie azioni. Niente di tutto questo appartiene ad Andrea Buscemi.
Oltre a confermare il pieno sostegno alla richiesta di dimissioni, ci tengo a fare un appello: l'assessore alla cultura della violenza maschile di Pisa rappresenta pienamente il nuovo corso della destra leghista. Un nuovo corso fatto di appelli alla violenza, di bastoni calati sui bisogni delle persone, di esclusione con venature razziste. Spero vivamente che nel centrodestra pisano o fra i parlamentari toscani del Movimento 5 Stelle ci sia il coraggio almeno di porre un argine morale, una demarcazione: non si tratta di polemica politica, qui parliamo del grave superamento dei principi morali su cui si fonda la convivenza, dell'offesa alla dignità delle donne.
C'è bisogno, inoltre, di costruire un'alternativa generale, culturale e politica. C'è bisogno di mobilitarsi, in modo più diffuso nelle nostre città, perché gli appelli demagogici di questi apprendisti stregoni siano respinti al mittente con la forza di piazze vive, diffuse, popolari.
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