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Cie all'aeroporto, il sindaco: "Nessuna proposta, pronti alla battaglia"

Il primo cittadino respinge l'ipotesi di un Centro nell'area del 'Galilei'. No al Cie anche da parte di alcuni consiglieri comunali

"Non abbiamo avuto proposte. Ricordo il tentativo che fu fatto per Coltano, nella vecchia stazione di trasmissioni militari americana, che respingemmo fermamente. Poteva aprire la strada all'insediamento di un Cie. Rifaremmo la stessa battaglia. Quella parte del territorio è Parco, ha ben altre vocazioni e sopporta già notevoli criticità, per l'accoglienza che dà. L'aeroporto 'Galilei' è militare e civile, il più grande fra quelli toscani, produce grandi flussi, necessita già di una vigilanza speciale e ha un intorno fortemente urbanizzato e denso di residenze, servizi commerciali, insediamenti industriali. Il criterio della distanza dagli aeroporti per insediare nuovi Cie mi pare discutibile, può essere addirittura contraddittorio". Questa la posizione del sindaco Marco Filippeschi sull'ipotesi dell'apertura di un Centro di identificazione e espulsione nei pressi dello scalo aeroportuale pisano, ventilata dal Corriere Fiorentino, in seguito al via libera del Senato al Decreto Minniti sull'immigrazione.

Sui Cie è intervenuto anche il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi: "I Cie, ai quali è stato cambiato il nome, possono avere un senso se un giorno definiremo chi ci va dentro. Se ci vanno i lavoratori irregolari solo perchè è scaduto loro il permesso di soggiorno allora sono i Cie di una volta. Se, invece, ci vanno persone che hanno un'alta pericolosità con cui si è rotto il rapporto di accoglienza allora questo mi sembrerebbe corretto".
"Non ho ancora visto il testo, ma questo mi sembra un punto dirimente - sottolinea il governatore - in Italia ci sono 450mila, e diventeranno presto mezzo milione, migranti irregolari. Come si fa con i Cie a risolvere il problema? Bisognerebbe intervenire a monte con percorsi di integrazione e distinguere tra chi è in Italia per lavorare o chi è qui per commettere reati". Rossi non è contrario alla politica dei rimpatri di chi si macchia di delitti, "ma pensare di rimpatriare 450mila persone è singolare - prosegue - attualmente i Cie ospitano tante persone alle quali è venuto meno il permesso di soggiorno e stanno lì per tempi troppo lunghi. Anche la commissione del Senato ha detto che sono luoghi in cui i diritti umani non sono rispettati come dovrebbero". Quanto, poi, alle parole del ministro dell'Interno, Marco Minniti che ha promesso di andare avanti anche senza il consenso delle Regioni sui centri di espulsione, Rossi ribatte: "Questo è legittimo, come è giustificato che noi esprimiamo liberamente il nostro pensiero. Non sono contrario ai rimpatri - insiste - e in cima alla graduatoria metterei quelle persone che hanno compiuto delitti, anche perchè ogni rimpatrio costa 15mila euro. Vedremo questi decreti e diremo la nostra".

Su un Cie a Pisa sono poi intervenuti anche alcuni consiglieri comunali. “Non si tratta di dove farli - così afferma la consigliera Elisabetta Zuccaro (M5S) - ma di pianificare l'accoglienza in modo umano ed efficace con equa ripartizione sui territori, trattamento rispettoso delle leggi nei confronti dei migranti e progressiva riduzione dei tempi di attesa”. “No ai Cie - afferma il consigliere Ciccio Auletta (Una città in comune-Prc) - né qui né altrove. In Europa ci troviamo davanti ad una deriva securitaria e repressiva dei diritti delle persone migranti. In una situazione già fortemente critica, l’Italia risponde con il Pacchetto Minniti, una serie di misure che riducono ulteriormente i già esigui diritti, non ultima quella che reinserisce i CIE. Siamo di fronte ad un vero e proprio processo di delegittimazione della persona, di migliaia di persone”.

“Capisco che Rossi  - aggiunge il consigliere Giovanni Garzella (Area popolare-Pisa è) - ha la necessità di punire i suoi ex di Partito pisani perchè nessun consigliere lo ha seguito, ma l’eventuale scelta di un Cie, soluzione organizzativa sbagliata, è più appropriata ad un Peretola che è un aeroporto più vicino all’Alta Velocità e a nodi autostradali stategici. Comunque visto che tanto Rossi si dimetterà a febbraio per candidarsi al Parlamento perchè i consiglieri regionali pisani non gli levano la fiducia?”.

“Rossi folgorato sulla via di Damasco! - così il consigliere Maurizio Nerini (Noi Adesso Pis@-Fratelli d’Italia-An) - bene i centri, bene l'idenficazione, ma resta il problema E come espulsione, ma come la mettiamo che l'85% dei migranti non ha diritto allo status di rifugiato e tutti fanno ricorso rimanendo in Italia? Poi Rossi scopre che Pisa ha un aeroporto...Attenzione a come e dove fare il Cie... Non tutti i siti sono uguali”.

“Assolutamente no ai Cie - ha detto la consigliera Simonetta Ghezzani (Si) - si registra su questa materia un pericoloso smottamento a destra di tutto il panorama politico italiano, governato attraverso il decreto Minniti - Orlando sull'immigrazione. Un decreto che introduce come giustamente ha sottolineato Luigi Manconi una sorta di diritto etnico 'per cui ai cittadini stranieri extracomunitari è riservata una corsia giudiziaria propria con deroghe significative alle garanzie processuali comuni'. Non sarà il fatto di organizzarli fuori dai centri abitati, lontani dalla vista dei cittadini che ripulirà la coscienza a uno Stato che si appresta a emanare misure apertamente in contrasto con la carta costituzionale e il diritto internazionale”.

“In passato - ha sottolineato poi il consigliere Stefano Landucci (Possibile) - il governatore Rossi ha dichiarato i Cie un fallimento.  Chissà quali cambiamenti ci sono stati. Mi sembra però che ultimamente sia una sua specifica modalità quella di cambiare repentinamente idea”.
“Sono contrario - ha concluso il consigliere Giuseppe Ventura (In lista per Pisa) - Pisa ha già dato in passato. Abbondantemente!”.

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