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Abolizione province, il consiglio: "Costano solo 2,53 euro l'anno"

Nel documento, approvato all'unanimità dal consiglio provinciale, si sottolinea l'importanza di comuni e province come guardiani del territorio locale. Arriva invece il sì all'abolizione dei Consorzi di bonifica

Il consiglio provinciale di Pisa ha approvato, con il voto all'unanimità delle forze sia di maggioranza sia opposizione e con l'astensione del gruppo dell'Italia dei Valori, un documento in merito al Disegno di legge costituzionale varato dal Consiglio dei ministri il 9 settembre scorso e riguardante, tra l’altro, il progetto di soppressione delle province.

Preceduto da una discussione nel corso della quale sono emersi dati oggettivi e interessanti – su tutti quello del costo procapite (gettoni, rimborsi, viaggi, oneri previdenziali) di giunte e consigli delle province toscane per i cittadini della regione, pari a 2,53 euro l’anno – il documento espresso dall’assemblea consiliare pisana contiene alcuni passaggi salienti. Tra essi quello in cui si afferma “la necessità ineludibile di metter mano a un’organica riforma degli assetti istituzionali che riorganizzi l’architettura complessiva dello Stato e dei poteri pubblici secondo la logica della netta distinzione delle funzioni e dell’adeguatezza dimensionale dei diversi livelli di governo, partendo dal Parlamento e scendendo fino ai quelli locali”.

Una premessa in base alla quale, si procede sottolineando una serie di punti: le province, insieme ai comuni, sono “gli enti cui è affidata la cura delle comunità locali, luoghi privilegiati di partecipazione e di rappresentanza democratica delle istanze popolari; le stesse province “non possono essere considerate il ‘capro espiatorio’ dei mali della Repubblica per la risoluzione dei problemi dei costi della politica”; ancora, “l’utilità di un livello di governo intermedio è certificata da come, in Europa, la quasi totalità dei Paesi contempli le province nel proprio ordinamento”; infine, sempre in tema di costi, “quelli delle province incidono per l’1,5% della spesa pubblica del Paese; e gli oneri dei loro organi politici assommano al 5,5% della spesa per tutti gli organi elettivi”.

Ciò detto, il testo del consiglio provinciale propone, tra l’altro, “un percorso di riordino istituzionale che coinvolga tutte le istituzioni; e la necessità di una specifica ‘Commissione per le Riforme’, cui partecipino Regioni, Province e Comuni, per arrivare: alla riduzione di tutta l’amministrazione periferica dello Stato (Consorzi di bonifica, Ato, Genio Civile, Autorità di Bacino, Prefetture); e al dimensionamento di Regioni, Province (con istituzione delle Città metropolitane) e Comuni, con la definizione delle funzioni fondamentali di ciascun livello”.

 

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