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Carceri: accordo per monitoraggio a sindaci e presidente della provincia

Contribuire al monitoraggio sulla situazione all'interno delle carceri, intensificando la collaborazione con le direzioni: questo l'intento della Provincia di Pisa

Contribuire, sui territori, all’impegno di monitoraggio sulla situazione all’interno delle carceri: per avere il polso della qualità della vita in questi contesti così particolari e delicati; e per intensificare la collaborazione con le direzioni degli istituti di pena, al fine di rendere sempre più quella di detenzione un’esperienza di recupero alla dimensione sociale e alla collettività. Questo il senso dell’iniziativa assunta dal consiglio provinciale di Pisa nell’approvare, all’unanimità, la decisione di sottoscrivere la proposta di legge in itinere, che mira ad estendere ai vertici degli enti locali – sindaci e presidenti di Provincia – la facoltà di "sindacato ispettivo", all’interno delle case di reclusione, attualmente assegnata ai membri del Parlamento.

“Un passo compiuto con spirito totalmente costruttivo, che per la nostra amministrazione rappresenta la naturale conseguenza di una relazione di fitto dialogo con i due penitenziari del territorio, volto alla messa in opera di progetti condivisi per il reinserimento sociale dei detenuti”, dicono, per la stessa Provincia di Pisa, il presidente Andrea Pieroni, la vice Alessandra Petreri e la presidente del consiglio Consuelo Arrighi. Alla conferenza stampa di presentazione erano invitati anche i rappresentanti delle due carceri: il Don Bosco di Pisa, con il direttore Vittorio Cerri, e quello di Volterra, con la direttrice Maria Grazia Giampiccolo.

“Il rapporto tra le nostre istituzioni, esiste storicamente - riprende Pieroni - dal 2008 ha acquisito sistematicità con la firma di uno specifico protocollo d’intesa tuttora in atto: e all’interno di questo contesto, si è dato avvio a numerose attività, sostenute dalla Provincia, che hanno dato risultati importanti e incoraggianti su numerosi fronti”.

Anzitutto quello degli interventi di orientamento e formazione professionale (anche con borse lavoro, tirocini e laboratori per la costruzione di competenze o il perfezionamento di saperi già esistenti: ad esempio in bigiotteria, pasticceria, panificazione e pizzeria), finalizzati alla definizione di bagagli di conoscenze individuali da spendere in un’ottica di ricollocazione socio-occupazionale post reclusione.
Poi i progetti più propriamente scolastici, per il conseguimento del diploma di scuola superiore; quelli con carattere educativo di base, in particolare destinati a persone straniere e consistenti in corsi di alfabetizzazione, ma anche nell’attivazione di servizi di mediazione linguistica; e ancora le misure di natura culturale in senso generale, come l’acquisto di libri e altri materiali per le biblioteche.

Infine, alcune iniziative di profilo più specifico e articolato. Tra esse, al Maschio di Volterra, spicca il percorso, in atto ormai dagli anni Novanta, del "Teatro carcere", coordinato dall’associazione "Carte Blanche" e concretizzatosi nella costituzione della Compagnia della Fortezza, formata da detenuti-attori, che rappresenta spettacoli all’interno della struttura di reclusione o in tournée. Mentre al Don Bosco di Pisa, (oltre alla collaborazione con l’Ipsia Fascetti per la produzione, da parte dei suoi studenti, di protesi dentarie per gli ospiti della Casa circondariale), i più recenti progetti "Aria Dentro" e "Gioco Dentro": il primo per il miglioramento delle condizioni di vita (rimuovendo ad esempio i doppi vetri in 38 celle), il secondo per l’organizzazione di corsi e tornei sportivi, che si stanno svolgendo in queste settimane.

“A tutto questo vissuto, socialmente impegnato e umanamente ricco - concludono Pieroni, Petreri e Arrighi - vogliamo garantire ulteriore impulso. Anche con iniziative di legge come quella a cui il consiglio provinciale ha deciso di aderire”.

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