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Cu, cu! Cu, cu! La gita in Cina non c’è più!

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Apprendiamo col sorriso sulle labbra che, probabilmente anche a seguito del nostro intervento, concretizzatosi poi in una mozione in Consiglio comunale per esprimere solidarietà al Dalai Lama per la sua vicenda di esule e riaffermare il diritto del Tibet all’indipendenza, la “gita” della delegazione del Comune di Pisa nella città di Hangzhou in Cina prevista per il 18 ottobre 2017 è saltata! L’amministrazione della città cinese non vuole più accogliere i pisani perché hanno ospitato il Dalai Lama nello scorso settembre.

Noi chiedevamo di avere una posizione netta: o col Dalai Lama o con chi considera il Dalai Lama un nemico politico. Anzi, il nemico numero uno. I cinesi sono ancora comunisti seri; non si sono ancora “annacquati” come i comunisti locali. Il PD locale avrebbe voluto, come spesso gli accade anche in altre vicende, “la botte piena e la moglie briaa”, come si dice a Pisa.

Noi siamo dalla parte del Tibet e del Dalai Lama, in maniera netta e decisa. Riteniamo che non ci siano affari che tengano: con la Cina non si deve avere una relazione istituzionale (della quale non si sente neanche la necessità) solo in nome del vile denaro, infischiandosene del regime che governa a Pechino. Un regime antidemocratico, che viola costantemente i diritti umani, che rinchiude gli oppositori politici nei laogai, che limita fortemente le libertà individuali, che strizza l’occhio al compagno nordcoreano. E che soprattutto ha invaso e devastato il Tibet, in nome di un imperialismo ateo, uccidendo centinaia di monaci buddhisti e abbattendo antichissimi, meravigliosi templi.

I comunisti seri non vogliono i comunisti “annacquati”. A questi ultimi del loro passato comunista è rimasta solo l’arroganza cieca (e muta, visto che non hanno nemmeno argomentato il perché non hanno voluto votare la nostra mozione in sostegno al Dalai Lama…) di non permettere –a colpi di maggioranza- alle minoranze di parlare degli argomenti che li imbarazzano.

Ma prima o poi riusciremo a rompere il silenzio vergognoso che deve circondare questo “schiaffo” ricevuto da Pisa e discutere la nostra mozione, che integreremo con la richiesta di rompere immediatamente il gemellaggio con Hangzhou.

Filippo Bedini
Maurizio Nerini

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